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questo avea ordinato che e’ frati dello suo Ordine, andando o stando per lo mondo, servissono a’ lebbrosi per lo amore di Cristo, il quale volle per noi essere reputato lebbroso; addivenne una volta che in uno luogo presso a quello, ove dimorava allora sancto Francesco, i frati serviano in uno spedale a’ lebbrosi et infermi, nello quale era uno lebbroso sí impaziente et importabile e protervo, che ognuno credeva di certo, e cosí era, che fusse invasato dallo dimonio; imperò ch’elli villaneggiava di parole e di battiture sí isconciamente chiunque il servía, e, che peggio era, elli vituperosamente bestemmiava Cristo benedetto e la sua ’santissima madre vergine Maria, che per niuno modo si trovava chi lo volesse servire. Et avegnia che le ingiurie e villanie proprie i frati si ingegnassono di portare pazientemente, per accrescere il merito della pazienzia: nondimeno l’ingiurie di Cristo e della sua Madre non potendo sostenere le coscienzie loro, determinarono al tutto d’abbandonare il detto lebbroso; ma non lo vollero fare infino a tanto ch’elli il significassono ordinatamente a sancto Francesco, il quale dimorava allora in uno luogo presso. E significato ch’elli l’ebbero, sancto Francesco se ne va a questo lebbroso perverso, e giungendo a lui sí lo saluta, dicendo: — Iddio ti dia pace, fratello mio carissimo. — Risponde il lebbroso rimbrottando: — E che pace posso io avere da Dio, che m’à tolto pace et ogni bene, et àmmi fatto tutto fracido e putente? — E sancto