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IX

cabolario della lingua italiana , iniziata nel 1843, se bene non abbastanza esattamente accennava, ad ogni modo, a una fonte latina dei Fioretti, indicando una parte delle Conformitates sancti Francisci di fra Bartolommeo degli Albizzi, presentate al Capitolo generale dell’Ordine nel 1399; laddove si hanno, come è noto, manoscritti che contengono il testo dei Fioretti di data, senza dubbio alcuno, anteriore a quel tempo. Alcuni anni dipoi, nel 1859, il Barbieri,[1] nella sua edizione parmense del florilegio francescano, ne indicava una nuova fonte, richiamando l’attenzione degli studiosi sullo Speculum vitae b. Francisci et sociorum eius, e nel 1877 il dotto storico e bibliotecario Edoardo Alvisi,[2] dopo un paziente e metodico riscontro dei manoscritti del Collegio irlandese di Sant’Isidoro, ritrovava il Codice cui alludeva il Wadding, col titolo di Actus s. Francisci et sociorum eius, e senz‘altro lo additava agli studiosi come il vero testo latino de’ Fioretti.

  1. «Fioretti» di s. Francesco, Parma 1859, pag. VII.
  2. I «Fioretti» di s.Francesco: studî sulla loro composizione storica in Arch. stor. ital., ser. IV, vol. IV, 1879 (riprod. in Antol. d. critica. di L. Morandi)