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fa che la faccia stia sempre allegra, e non ti dare tristizia di rie parole; chè più vale una dolce parola, che uno dono. Cato dice: Guarda a chi tu dài. Ancora dice Cato: Dimanda quello che sia giusto; chè matta cosa è a dimandare quello che per ragione si può negare. Tullio dice: Nessuna cosa è più dolce, nè migliore, nè più degna, nè di maggiore onore, che la liberalità. Seneca dice: Più è da guardare il viso di colui che dona, che il dono. Ancora dice: Nessuna cosa costa più cara che quella che si compra per prego. Persio dice: In dono non si riceve quello che per prieghi si compera. Que’ che dona dee tacere; chè ’l dono favella tacendo. Seneca dice: Più onesta cosa è a negare lo servigio, che dare lungo termine. Ancora dice: Chi domanda timorosamente, dà cagione di esserli negato lo servigio. Socrate dice: Chi non serve agli suoi amici quando egli può, abbandonato sarà da coloro quando a lui bisognerà. Terenzio dice: Può l’uomo fare nessuna cosa più vile che rimproverare lo servigio quando l’ha fatto? Il rimproverare fa perdere lo servigio. Santo Pietro dice: Più beata cosa è a dare che a tòrre. Cristo dice: Gli doni acciecano i savi; e mondano le parole de’ giusti. Il Decreto dice: Là dove ’l signore della casa è largo, lo fante non dee essere scarso, perchè per il siniscalco della magione si dee conoscere il signore. Seneca dice: Quando tu vuoi donare, tu dèi guardare primamente nello animo tuo cinque cose, cioè: chi tu se’, quello che hai, a cui tu dài, e quello che dài, e per cui amore dài; poi dona allegramente, con chiaro