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e di Soldati Italiani. 85

re il comune pericolo. Ma non allarmassero l’Imperio, e non iscreditassero la riputazione delle proprie armi col fuggire. Indi, per assicurare la timidità degli abitanti, fece entrare per guardia della Città alcuni reggimenti, ed altri accostarvisi per la sicurezza delle provvisioni. Con tali cautele proseguì il congresso, nel quale si attese a’ maneggi di pace, e di guerra.

Il Banner, trovato rappreso dal giaccio il Danubio, lo fece valicare da alcune truppe, che scorsero il distretto di Ratisbona, predando Cavalli, e bestiami, Poco dopo al favore di folta nebbia lo tragittò coll’Esercito, e si presentò alle mura della Città, dalle quali fu salutato con molti tiri d’Artiglieria. Contento, d’aver fatto questa bravata a’ Cesarei, scorse devastando, ed abbruciando il Paese. Trasportò le sue genti all’opposta riva. Ivi divise l’Armata in varj corpi, per sussistere più agiatamente, ed impinguarsi meglio colle scorrerie. Egli fissò il quartiere capitale in Camb. L’Imperatore, vedendo gli Svezzesi, distribuiti in remoti alloggiamenti, ordinò al Piccolomini, di raccogliere con tutta segretezza l’Esercito, e tentare qualche percossa sopra di loro. Attento, vigilante, e sagace il Piccolomini ripartì gli ordini a’ Generali minori, senza che l’uno sapesse dell’altro, e il quando, e per quai luoghi, o sin dove avevano a marciare colle truppe di loro comando; e perchè faceva d’uopo congregar barche, da fabbricar ponti, co’ quali tragittar il fiume, affine di occultare il vero disegno, sparse voce, che quella provvisione era destinata, a condurre il bagaglio della Corte, prossima al ritorno in Vienna. Radunate le Navi, sufficienti a distendere più ponti, furono nascosti in esse gli ordigni, e materiali, acconcj per congiungerle, e corredarle. A rendere più credibile la voce del viaggio, Cesare ordinò a molti Cortigiani, che spedissero le robe sulle sponde del fiume per caricarle. Alla metà di Marzo allestito il barchereccio, pervennero le truppe Austriache nel luogo destinato al tragitto; trovarono i ponti allestiti.

Il Piccolomini, avendo assistito in persona al lavoro, operò, che in poche ore della notte fossero ultimati. Prima dell’Alba passò il Danubio, e alla testa della Cavalleria marciò rapidamente notte, e giorno per sorprendere lo Slang in Suandorf1. Ma questi al primo avviso sulla mezza notte, buttata sella, frettolosamente volò verso Camb, per unirsi al Banner. Lasciò indietro il bagaglio con isperanza, che arrestasse i Cesarei, avidi di predare. Ma il Piccolomini fatto animo a’ suoi, acciocchè non curassero quel primo guadagno, continuò il viaggio, e raggiunse lo Slang a Neoburg su un fiumicello poco lungi da Camb. Quello era luogo debole di muro. E però circondata la terra, in poche ore col Cannone si aprì larga breccia, e si continuò ne’

  1. Co. Gualdo Vite di Personaggi ec. V. Piccolomini; Istoria della guerra pag. 22 della terza parte.