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82 Azioni di Generali

a qualunque altro Capitano dell’età sua. Fu prudentissimo ne’ pareri, che dava, i quali parevano piuttosto presagi dell’avvenire, che consigli. Era prontissimo a suggerirli con cuore imperturbabile, anche in mezzo alle battaglie. Nelle sue azioni congiunse vigilanza, fatica, risoluzione, e mirabile celerità. Fu ardito, ma non mai temerario. Usava poco sonno, e cibo moderato. Non voleva che i soldati rubassero. A tal fine con iscrupolosa economia teneva cura delle loro paghe, e del loro vitto. Era fedelissimo nel maneggiare il denaro della Reale Tesoreria. Molte volte impiegò l’intere giornate in affari pubblici, di dar udienza, consultare, scrivere senza mai rilasciarsi. Fu divotissimo della Beatissima Vergine. Quando voleva combattere, si poneva sulla sopravveste l’abito di Nostra Signora del Carmine. L’offizio della Madonna lo salvò da un colpo mortale di picca, che doveva ucciderlo nel superare le trincee sotto Valenza sul Po. Gran divozione praticò verso il Padre S. Domenico, a cui onore fondò un Convento con ricca entrata per i di lui Religiosi nel suo Feudo di Torrecuso. Era pietoso verso le Anime del Purgatorio, a cui porgeva larghi suffragj di Messe massime per implorare il loro soccorso nelle più difficili imprese. Per quella di Perpignano fece celebrare cinque mila Messe. In lui si accoppiarono virtù chiarissime; e negli ultimi anni di sua vita visse in maniera da invidiarlo i Religiosi medesimi. Quando comandò Armate, proccurò d’espugnarle da’ vizj, né volle nel campo femmine di mondo.

Quantunque avesse comandato, di esser seppellito privatamente, il Vice-Re di Napoli gli fece celebrare sontuosissimi, e poco meno che Regj funerali in dimostrazione di gratitudine per i rilevantissimi servigj, da lui prestati alla Corona di Spagna. Tutto il tenore della vita di questo Gran Capitano si è raccolto insieme per una notizia meglio composta.

Ritorniamo in Alemagna.

1640.

N

On era per anco sparito affatto l’inverno, quando l’Arciduca Leopoldo, assistito dal Piccolomini venuto di Fiandra, uscì in Campagna coll’esercito Cesareo, ben provveduto, e fece alcuni progressi nella Boemia coll’obbligare gli Svezzesi, a ritirarsi nella Misnia, e nella Turingia. Ma continuando rigida la stagione con mancanza di foraggi, e colle vie impraticabili, prese partito di rimettere ne’ quartieri le soldatesche sino a stagione più congrua. Comparsa la primavera, l’Arciduca acquistò varie piazze, e sarebbe proceduto anche più oltre; se il Cielo resosi sommamente piovoso, col disfare le strade, non avesse impedita la condotta delle artiglierie. Rasserenato il tempo, tenne dietro agli Svezzesi con il Piccolomini alla testa, il quale camminan