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80 Azioni di Generali

mentre sugli occhi suoi soldatesche inferiori avevano riportati tanti vantaggi, e recato il soccorso alla piazza, deliberò di far ogni sforzo per disfare le Soldatesche del Torrecuso nel ritorno che queste farebbono a Coliure. Si pose in imboscata sul cammino più ovvio, per cui si persuase che questi camminerebbono. Avvertitone il Torrecuso, ingannò il Generale Francese. Con ardito espediente s’incamminò a dirittura verso Elna quartiero del Maresciallo medesimo, dov’erano rimaste poche guardie, fugate le quali passò al Fiume ivi vicino, indi guadagnò il Bosco d’Argeles; prima che il Bressè avesse tempo da ritornare co’ suoi, e frastornare il di lui viaggio. In ultimo giunse felicemente a Coliure. Ivi imbarcate le truppe Italiane veleggiò a Terragona, indi alla Corte Cattolica, dove fu ricevuto con sommi applausi per l’impresa condotta con ottima direzione, generosa intrepidezza, stupenda sagacità a buon fine.

Il Re Filippo confidò a lui il comando generale dell’esercito in Catalogna, con ordine di tentare per qualunque strada il soccorso di Perpignano, ridotto a nuove angustie; dopo che colla presenza medesima il Re di Francia era venuto a quell’assedio con gran numero di Nobiltà. Ora mentre il Torrecuso, ben regolati tutti i preparamenti, s’incammina colà, fu raguagliato, come quella Città aveva capitolata la resa per gli otto di Settembre. Subito ne diede avviso al Re, da cui ricevette ordine, d’incamminarsi a Lerida, e ricuperare quella Città all’ubbidienza. Nell’avanzarsi verso d’essa intese il Torrecuso da’ prigioni la scarsezza del presidio nemico, e la facilità d’espugnarla. Aveva di già approntato il convenevole, per superarla con assalto. Quando vennero a lui alcuni Generali Spagnuoli, i quali biasimarono la risoluzione presa, e negarono di concorrervi. Addussero per motivo, che al suo Re non compliva, perdere gente in assalti; quando si poteva ottenerne la resa coll’assedio, meno dispendioso. Replicò il Torrecuso, che agl’interessi del Re suo Signore importava molto, guadagnar presto una Città, ripiena di moltissime biade raccolte dal piano d’Urgel, con le quali si sarebbe sostentato comodamente l’esercito. Addusse altre ragioni convincentissime. Ma vedendo inflessibili que’ Generali, s’accorse, d’onde derivavano quelle contraddizioni, e conobbe come nulla avrebbe guadagnato col suo dire. La vera cagione era l’emulazione verso di lui, Italiano di nascita. Seppe, che il Re Cattolico, per compiacer i suoi nazionali, aveva destinato Generale supremo il Marchese di Leganes, che doveva capitare in breve, e tutti tutti dovevano ubbidirlo.

I Generali Spagnuoli di gran Nobiltà, e di ampie ricchezze, di più Signori di Nazione dominante difficilmente si soggettavano agli stranieri. Essi temevano, che se il Torrecuso s’impossessava di Lerida, sarebbe cresciuto sommamente in gloria, e resa soddisfazione sempre maggiore al Re, che trovandosi ben servito dall’Italiano avrebbe richiama-