Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/78

70 Azioni di Generali

eravi la Chiesa di S. Mamolino, attorniata da’ Francesi con forte quadrato, e con mezze lune d’avanti. Sopra altra eminenza avevano essi costrutto altro riparo, detto il forte reale a cinque angoli. Fra l’uno, e l’altro forte si allargava una gran piazza d’armi, circonvallata da perpetua linea di comunicazione con ridotti, mezze lune, ed altri ripari.

Sotto di questi si pose il Piccolomini per espugnarli; nel mentre che il Principe Tommaso trascorse avanti a Niurletto per intromettere a traverso quelle valli nuove genti nella piazza. In mezzo ad esse Valli avevano i Francesi occupati preventivamente i terrapieni alti, e vi avevano eretti varj Forti, che dandosi mano l’un l’altro, come una siepe non interrotta, chiudevano ogni adito in S. Omer. Il Principe risolvette d’assalirne tre. Commise l’impresa di due Forti a due Italiani, lo Spinola, e il Toralto, e del terzo al Conte di Fuensaldagna. Dugento Spagnuoli furono i primi a gettarsi nell’acque, e ad avvicinarsi al Nemico. Accorsero per le medesime Lagune gli Alemanni del Doria.

Gli uni, e gli altri, gareggiando nell’assalire, scalarono due Forticelli, e misero ad uccisione i Presidj. Sopravvennero i Francesi per ricuperarli. Cinque volte attaccarono, e cinque volte furono ributtati. Stavano gl’Italiani col Toralto, aspettando alcuni pontoni, per varcare il Fiume; ma non comparendo, si lanciarono anch’essi nell’acque, e passati a guazzo, superarono cinque profondissimi tagli d’un argine allagato, sprezzando il Cannone nemico, da cui erano dominati alla scoperta, s’impossessarono del terzo Forte. Vi rimaneva il quarto, più difficile a superarsi, poichè aveva tre larghi canali d’avanti. Il Toralto, risolutissimo, si presentò ad entrare co’ suoi nelle acque, per sormontarli. La maraviglia del nuovo ardire, e le minaccie intimate dal Principe al Governatore lo intimidirono; onde chiese subito di uscire, e di essere convogliato a Cales. In tal modo s’aprì la strada al soccorso della Città assediata, che prontamente vi fu intromesso. Rimaneva l’assedio del Forte di Bac, sotto di cui travagliava il Piccolomini. Batteva il Forte superiore di S. Mamolino, quando vide, che l’Esercito Francese s’inoltrava per combattere. Subito dispose l’attacco a sei parti, e pregò il Principe Tommaso a far diversione colle sue genti sopra il Forte Reale. Quand’ecco la guarnigione di S. Mamolino fece una chiamata, e si contentò d’uscire di colà, se dentro due giorni non veniva loro rinforzo. Mancato questo, sortì, e si ricoverarono nel Forte Reale; dove giunse loro dal Maresciallo di Sciatiglione il consenso, di rendersi colle migliori condizioni. Entrarono gl’Imperiali ne’ posti guadagnati con grand’onore del Principe Tommaso, e del Piccolomini. Lo Sciatiglione, dopo consumati cinquanta giorni, e più, con sei mila Soldati, si ritirò ne’ proprj confini.

Un mese dopo riuscì al Piccolomini una presa considerabile. Il Principe Tommaso fu ragguagliato, come buona parte de’ Cavalli Francesi pasturava nelle Campagne contigue a Terovana, guardati ogni giorno