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68 Azioni di Generali

tali perdite.

Opinavano alcuni, che si inalzassero nuovi forti dirimpetto a’ primi, co’ quali riparare, e rintuzzare l’impeto nemico. Il Cantelmo persuase con gagliarde ragioni, e prevalse col suo consiglio animoso, che si tentasse di riavere i forti con mano armata. S’impegnò egli medesimo, d’assalire il primo, con questo che fosse secondato dal Conte di Fontana, e da altri. Presi cinque mila Fanti, e cinquecento Cavalli, sull’imbrunir della notte si condusse sotto Verrebrouc più munito dell’altro, e cominciò gli assalti, che furono terribili, e feroci per l’animosità degli assalitori, infervorati dalla presenza ed esortazione del Condottiere. Dopo sette ore di fiero combattimento gli Ollandesi perdettero le fortificazioni esteriori, e si ritirarono nel Forte. Contra di questo all’alba piantò il Cantelmo l’artiglieria, colla quale fulminando tempesta continua di palle, diroccò la muraglia, aperta in più siti: respinse varie sortite de’ difenditori, e costrinse questi ad abbandonar la notte seguente la piazza, ridotta a stato di non potere più sostenersi. Per avvenimento sì infausto avviliti gli Ollandesi di Callò, abbandonarono quel Forte al Conte Fontana, che li batteva gagliardamente. Speravano di ridursi in salvo su’ loro Vascelli; Ma non potendo questi per l’abbassamento della Marea avvicinarsi alla riva del fiume, e sopraggiunto colla sua gente il Cantelmo, appiccossi sanguinoso combattimento. Gli Ollandesi, diffidando, di potersi salvare se non col vincere, pugnarono con ardore, e coraggio indicibile. La Vittoria riuscì dubbiosa per più ore; ma finalmente prevalsero i Cattolici, spingendo i nemici, altri ad annegarsi nel fiume, altri uccidendo, ed altri catturando; e questi ultimi giunsero a due o tre mila incirca. I Vincitori acquistarono molte navi cariche di munizioni da bocca, e da guerra, Cannoni, ed altri attrezzi. Per sì gloriosa, e poco sperata vittoria il Cantelmo fu ricevuto in Anversa con pompa solennissima, come in trionfo, incontrato, e festeggiato da’ principali Magistrati della Città, e da numerosissimo popolo. Nel conflitto era stato offeso da colpo di Granata, e da archibugiate, delle quali facendo poco conto, fu assalito da nojosa, e pericolosa infermità, per cui lungamente fu afflitto prima di risanare. Nel suo male ricevette lettere onorevolissime dal Re di Spagna, ripiene di gran lodi, e da’ primi Personaggi di quella Corte fu complimentato con uffizj onoratissimi di congratulazione. Sua Maestà lo decorò colla dignità di Generale dell’artiglieria.

Se non riuscì agli Ollandesi l’impresa disegnata, nè meno a’ Francesi sortì l’altra di S. Omer sotto la condotta del Maresciallo di Sciatillon. Appena il Principe Tommaso intese la notizia di quell’attacco, e si portò celeremente a Boubourg; d’onde mandò grosse partite di Cavalli, per impedire, o difficoltar i convogli de’ viveri, che da Ardres, e da altre Piazza Francesi dovevano venire agli assedianti. Il Campo di questi abbracciava un’estensione di dodici, e più miglia a cagione delle paludi, che a Settentrione, e a Levante circondano S. Omer; E