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64 Azioni di Generali

con notabile percossa, e costrinse a nuovamente ritirarsi il Banner nella Pomerania. Operando con prestezza incredibile, e non aspettata, ricuperò molte Piazze lungo il fiume Elba. Confinò gli Svezzesi negli estremi della Pomerania. Era risoluto a combattergli, ed obbligargli ad uscire dall’Alemagna1. Ma questi stavano trincerati nelle vicinanze di Stettino, ed imploravano soccorsi dal Regno nativo, e da’ Confederati. La fortezza de’ ripari nemici trattenne il Galasso dall’assalire. Ma due ostacoli gl’impedirono il trattenersi più a lungo in Pomerania. Il primo fu la penuria de’ viveri; poichè il Banner Generale savissimo, ed attentissimo a’ proprj interessi, ne aveva spogliata la Campagna, e con ottima provvidenza gli aveva raccolti nelle piazze marittime. La seconda fu la mancanza di soldo, con cui contar le paghe a’ Soldati, i quali fremevano, per vedersi defraudati de’ proprj stipendj. La Corte di Vienna aveva trascurato di somministrargli il denaro a’ tempi debiti. E il Galasso, temendo o fuga, o sollevazione nelle proprie milizie, fu costretto a ritirarle a’ quartieri più addentro l’Imperio. Tanto il Sassone, quanto Esso reiterarono più volte calde instanze all’Imperatore per la missione della necessaria pecunia. Lo stesso Generale Cesareo protestò a Cesare, che non comparendo somma rilevante di moneta, non era in istato di più sostenere l’Esercito, ne’ gl’interessi, e la riputazione dell’Armi Austriache. Potere ben Egli guidare le armate, ma non nutrirle. Poter combattere con gli nemici, ma non con le proprie milizie, irritate da’ disagj, e disgustate dalla sottrazione del soldo, ch’è la sostanza, con cui si domina la Soldatesca, e si conduce a’ cimenti. Queste istanze con altre replicate dal Sassone, mossero i Consiglieri Imperiali a spedirgli trecento mila Talleri.

Il Galasso, ristorato l’Esercito colla distribuzione dell’argento trasmessogli, e vedutolo quieto, ed ubbidiente ritornò contra il Banner per dargli battaglia2. Ma questi nuovamente si racchiuse nelle trincee tra Stetino, e Demetz. Non essendo superabili que’ ripari, il Generale si rivolse alla conquista di Demin, ch’ebbe a patti in pochi giorni. Conosciuto il posto capace, d’essere con lavori ridotto a buona fortezza, lo munì gagliardamente. Prese Volgast, Gartz, ed altri luoghi, meno considerabili de’ due Ducati di Mechelburg, e di Pomerania. Quivi fu costretto ad acquartierare l’Esercito, perchè mancandogli nuovamente il soldo, con cui stipendiarlo, non poteva tenerlo in campagna, nè meditare nuovi acquisti. In questo mentre Cristina Sovrana di Svezia aveva raccolti gli Stati del Regno, e fatto capir loro, se con uno sforzo straordinario di denaro, e di gente fresca non sovvenivano il Banner, le conquiste, fatte dal Re Gustavo suo Padre, si sarebbero perdute affatto. La Dieta Generale conchiuse la levata di dodici mila Fanti, e otto mila Cavalli, che spediti con

  1. C. Gualdo: Istoria delle guerre, parte prima pag. 459, 460, 506.
  2. C. Gualdo Storia suddetta tomo primo pag. 543, 544.