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e di Soldati Italiani. 63

Sempre uguale a sè stesso, non si gonfiò nelle felicità, nè si alterò ne’ sinistri disastri, riconoscendo tutti gli avvenimenti dal volere di Dio, a cui rendeva i doveri con umili ringraziamenti, tanto per le fortune, come per le disgrazie. Era di statura assai giusta, e proporzionata, volto affabile, sguardo benigno, contegno accoppiato con maestà, e con modestia. Occupavasi frequentemente negli pubblici affari, a’ quali compartiva molte ore del giorno. Se in lui appariva quale difetto, fu la troppa bontà, la quale può far divenire i sudditi sprezzatori di quell’autorità, di cui non paventano il rigore.

Il nuovo Cesare, costretto a continuare la guerra, destinò al soccorso del Sassone il General Galasso. Quell’Elettore, nella campagna passata dichiaratosi amico di Cesare, e nemico degli Svezzesi, aveva co’ proprj Soldati, e con altri Imperiali guadagnato Hala Città del Circolo di Sassonia. Indi, dopo varj incontri militari, per lo più prosperi alle di lui armi, aveva obbligato alla resa Magdeburg, Città principalissima. Di là era passato a Verben, e in pochi giorni l’aveva espugnato. Meditava di combattere il Banner Generale Svezzese. Ma questo Capitano prudentissimo, e soprammodo accorto, sfuggì la battaglia, la quale non poteva, se non riuscirgli funesta per la scarsezza de’ suoi.

Accresciuto poi con più migliaja di Soldati, trasmessigli dalla Svezia, e capitati a lui rinforzi da altre bande s’avanzò di nuovo, e venuto alle mani co’ Cesarei, e co’ Sassoni di là dall’Elba nelle vicinanze di Vistok, con saggio stratagemma finse d’attaccarli di fronte, e colà lasciò il Tosterdon, per tenerli a bada, nel mentre ch’Egli, passato un fiumicello anche con pericolo, girò attorno un bosco, e gli assalì di fianco, dove non era atteso. Sorpresi i Sassoni dall’inaspettato assalimento, si misero in fuga. Sottentrarono gl’Imperiali. Si combattette sino all’oscurità della notte con gran ferocia, e con ostinato valore, ma con danno maggiore degli Austriaci, e con perdita di parte del bagaglio. Erano presenti l’Elettor Sassone, e il Generale Asfeld. La notte si consultò del come contenersi. L’Asfeld conchiuse la ritirata verso Verben. Il Conte Raimondo Montecuccoli, di cui avrà a scriversi lungamente1, si tenne con quattro reggimenti alla retroguardia, che coprì assai bene, e ridusse con bella regola a salvamento. Il Banner, preso animo dal vantaggio ottenuto, passò l’Elba; s’avanzò nella Turingia ad altre Piazze, delle quali impossessossi. Cagionò danni gravissimi nella Sassonia. L’Elettore con replicate querele sollecitò la Corte di Vienna, a spedirgli gagliardi soccorsi, per liberare il suo Paese dalle infestazioni nemiche. Il nuovo Cesare incaricò il Galasso, a spingersi colà a gran passi. Egli con dieci mila uomini marciò in tutta celerità. Fu rinforzato opportunamente dalle genti, rimaste all’Asfeld altro Generale. Giunse quasi improvviso vicino agli Svezzesi: gli obbligò a lasciar la Campagna. Diede addosso alla loro retroguardia

  1. C. Gualdo, Vite degli Uomini illustri. V. Montecuccoli.