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e di Soldati Italiani. 59

he, dicono, sottrasse loro i viveri, co’ quali sostentarsi, quasi che non amasse la vicinanza, e le conquiste prossime della Corte di Parigi, le quali avrebbon dato alle Provincie unite da temere molto più che la possanza della Casa d’Austria, disunita, e distratta in tante Provincie, separate l’una dall’altra. Ma come può dirsi, che abbisognassero i Francesi delle vettovaglie Ollandesi, quando avevano dietro a sè il Liegese, da cui col pronto denaro potevano ricavare, quanti viveri abbisognavano? La causa principale della loro armata, ridotta in cattivo stato, furono il Piccolomini, e D. Andrea Cantelmo. Il primo colle corse della Cavalleria Alemanna, il secondo con due mila Archibugieri di suo comando impedirono loro lo slargarsi, a cercar pane. Batterono frequentemente le loro partite, uscite a tal effetto. Tennero mano a’ Paesani del Brabante, e vicinanze, che correvano addosso a’ Francesi sbandati, e ne uccidevano molti. In tal modo consumarono colla fame, e co’ disagj l’Esercito nemico. Il Piccolomini passò sempre d’ottima intelligenza co’ Capi Spagnuoli, e Fiaminghi. Suggerì loro saggi pareri; e col suo esempio gl’infervorò a risoluzioni ardite, colle quali, spingendosi avanti, ricuperarono Diest. Tagliarono a’ Francesi le strade, per le quali potessero ricevere vettovaglia dalla Francia, e far ritorno in quel Regno. In tanto successe la sorpresa del Forte di Skenc, piazza Ollandese, e porta, che apriva l’ingresso ne’ Paesi delle Provincie unite, la quale fu presa dagli Spagnuoli coll’opera del Sig. D. Einshout; laonde, per ricuperarlo, dovettero i Francesi accompagnarsi coll’Esercito del Principe d’Oranges verso la Geldria; d’onde poi per mare navigarono diminuiti assai, e mal concj alle native contrade.

1636.

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’Imperator Ferdinando, affacciandosi col pensiero nella morte, che per cagione delle indisposizioni, da lui patite, apprendeva assai vicina, adoperò grandi industrie, per pacificare l’Imperio, e per trasmettere al Figlio la successione tranquilla, e più sicura. Era disposto dal canto suo, ad accettare la sospensione d’armi, che il Pontefice Urbano Ottavo promuoveva tra la Francia, e la Casa d’Austria. Dopo la vittoria di Norlinga applicò con maggior calore, a ricuperare l’Elettor Sassone. Tra questi, e Cesare si trattò la concordia in Praga da’ Commissarj deputati, e fu conchiusa felicemente. Norimberga, Ulma, Francfort, Argentina, Augusta accettarono la pace medesima, e licenziarono i Presidj di Svezia. Guadagnata gran parte dell’Alemagna, l’Imperatore invitò gli Elettori, a congregarsi in Ratisbona per l’elezione del Successore colla dignità di Re de’ Romani. Giunse Egli in quella Città a’ primi d’Agosto. Cesare vi chiamò il Figlio, ricevuto con istraordinarie dimostrazioni di stima, ed affezione da que’ Principi.