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50 Azioni di Generali

certati, con che fu ripreso il posto perduto. La morte dell’Aldobrandino, valentissimo Colonello dispiacque universalmente, e per sino al General Gratz, già statogli amico, che, senza conoscerlo, l’atterrò. Poi ravvisatolo tra gli estinti, gli proccurò onorevole sepoltura. Tutto quel giorno impiegò il Generale Galasso nell’instruirsi della situazione del paese, e nel meditare la maniera di ben disporre l’Esercito Cattolico. Osservò un boschetto vicino, molto opportuno, e vantaggioso, Colà intromise ducento Spagnuoli, e trecento Alemanni. Il che risaputo da’ nemici, questi sulla mezza notte cominciarono a bersagliare gagliardamente il bosco, e l’assalirono con gran furia. Gli Spagnuoli si difesero bravissimamente, ed uccisero molti aggressori; Ma poi giudicarono meglio l’abbandonarlo.

La notte nel Campo Imperiale si studiò per prender tutte le cautele migliori, affine di assicurarsi dalla vittoria. Il Re pregò il Cardinale, che ordinasse a’ suoi Generali, di dipendere affatto da’ regolamenti del Galasso1, pratico del nemico, e del paese, come anco ad ubbidire interamente a’ di lui ordini, come se fuss’Egli medesimo. Tutti i Generali, fatta profonda riverenza, diedero a conoscere la loro pronta sommissione. Il Galasso proseguì a girare gran parte della notte, in cui pose savissimi regolamenti da per tutto. Collocò sopra un Colle cinque pezzi di Cannone, che bersagliavano gli avanzamenti nemici, e li danneggiavano grandemente. Col favore di questa batteria occultò dietro ad un’eminenza alcuni reggimenti di Cavalleria, mescolati con Truppe di moschettieri; e ordinò loro, che se vedessero gli Svezzesi dar addietro, uscissero dalle insidie, e gl’incalzassero con tutta furia ad aperta fuga. Si disputò, se si dovesse preoccupare il Monte Aremberg, ed ivi fortificarsi. Il Colonnello D. Tommaso le Blanc Napolitano, conoscendo l’importanza di quell’altura, sostenne con pesanti ragioni, che si munisse. Ma perché s’avvide, che le ragioni non appagavano, spinto da libertà militare, e dal zelo del pubblico bene, gittato in terra il capello, soggiunse, se volete perdervi per fare a vostro modo, non so che dire. Allora ponderato meglio il detto del le Blanc fu risoluto, e dato ordine a Francesco Maria Caraffa Duca di Nocera, ch’esaminasse la positura del luogo2. Il Duca, benché fusse di notte, diligentissimo esecutore, ed ottimo intendente, tornò colla relazione, e con un abbozzo di disegno, fatto alla meglio che fu possibile, col quale si uniformò al parere giudicioso del le Blanc. Il Marchese Grana, anch’esso Italiano, confermò, che nell’assicurarsi di quell’eminenza consisteva il massimo dell’impresa. Per tanto furono subito comandati i Guastadori, co’ quali andò il Padre Gamassa Gesuita eccellente Matematico. Colla di lui direzione furono cominciati su’ poggi migliori tre gran mezze lune. I travagliatori lavorarono indefessamente, e con tanta celerità,

  1. Gualdo Vita suddetta, pag. 490, 491, 492.
  2. P. Filamondo suddetto pag. 315, 316, 349 ed altrove.