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e di Soldati Italiani. 27

erano sufficienti, a frastornarne la esecuzione. Per tanto molti di loro ricorsero a Principe più potente, qual era Gustavo, e con lui fermarono l’accennata confederazione. Era quel Principe dotato dalla natura, e ammaestrato dallo studio con rari talenti per il maneggio delle armi, e per la condotta degli eserciti. Nelle intraprese contra de’ Polacchi, e de’ Moscoviti, come anche nelle paci conchiuse, aveva acquistato fama di gran Politico, e di gran Guerriero. La corporatura ben formata lo rendeva del pari maestoso, ed avvenente. Alto di statura, carnagione bianca, e rubiconda, occhio brillante, fronte larga, naso aquilino, capigliatura tra il biondo, e il rosseggiante, gentilezza di tratto, amenità nelle conversazioni, eloquenza veemente nel persuadere gli conciliavano l’affezione, e l’aderenza di quelli, co’ quali trattava. Addestrato nell’armi, animoso nelle risoluzioni, fortunato nelle spedizioni, s’invaghì della gloria, che ne riporterebbe col divenir Protettore vittorioso, ed ampliatore acclamato della Setta Luterana in Germania, a cui pretendeva non solo conservare que’ beni doviziosissimi, che l’Editto Cesareo voleva ritorre loro; ma di più ampliazione di dominio, e libertà di coscienza.

Sopra tutto mirava ad abbattere la grandezza, e la possanza di Casa d’Austria, salita all’auge maggiore dopo tanti trionfi, conseguiti sopra de’ suoi nemici.

Ed in fatti prima ad esso Gustavo, poi a’ Capitani di sua nazione, eredi della di lui militare perizia, e della di lui propizia fortuna, riuscì, coll’urto di moltiplicate sconfitte, spegner la Religione Cattolica in Germania, e la Casa Imperiale sull’orlo del precipizio; se non che quando sembrava imminente la ruina dell’una, e dell’altra, l’Altissimo Signore vi frappose la mano1. E quella Sapienza Onnipotente, che dalle tenebre volle cavar la luce, con sovrumani splendori infusi nello spirito di Cristina figlia di Gustavo, Sovrana di Svezia, illuminò la di lei mente, a conoscere la verità de’ dogmi Cattolici, e persuase la di lei volontà ad arrestare le armi proprie, e quelle de’ suoi Alleati piucchè mai vincitrici; allorch’erano prossime a dare un gran tracollo agl’interessi della fede Ortodossa, e all’Austriaca Dominazione, sostegno primario d’essa nella Germania, come dimostreremo a suo luogo.

Verso la metà di Giugno il Re Gustavo sciolse da’ lidi della Svezia con numeroso esercito, portato da dugento, e più vasselli verso Stralsunt, Città d’Alemagna, da lui protetta, e soccorsa negli anni antecedenti contra gli assalimenti del Valstain Generale Cesareo. Questa Città doveva servire a lui di Piazza d’armi, e di deposito per le munizioni da guerra, che aveva apparecchiate copiosissime, per assalire le Città nemiche con impeto, e con violenza di batterie. Presto s’impadronì

  1. Brietius tom. 2 p. 4. Bellum, toti Germaniæ, adeoque Ecclesiæ, periculosum, a quo tamen utraque emersit incolumis ope tamen unius Dei dumtaxat, non sine aliqua jactura, & dedecore.