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e di Soldati Italiani. 23


Nel 1625 discese in Italia sotto il Conte Papenahim in difesa dello stato di Milano. Colla direzione di mille Cavalli rese servigi singolari all’Armata Spagnuola inoltratasi nel Piemonte. In vicinanza d’Asti urtò gagliardamente la Cavalleria Francese, e Savojarda, e la respinse fin sotto le mura di quella Città con tanta bravura, che il Duca di Savoja, quantunque impegnato nel partito contrario, ebbe a dire, come godeva, essere stato un Italiano quegli, che aveva fatto quanto di buono erasi fatto. Ritornato in Alemagna, il Generale Valstain lo dichiarò Colonnello delle sue guardie, e lo incaricò della leva d’un nuovo Reggimento, che ben presto arrolò; e cogli avanzi delle sue paghe, che tutte impiegava in beneficio delle proprie truppe, lo armò, e lo vestì superbamente.

Per la guerra di Mantova calò nuovamente in Lombardia, e dopo varie spedizioni a diversi Principi d’Italia, e replicati viaggi in Germania, si ritrovò col Generale Galasso all’assedio di Casale. Lo aveva intrapreso il M. Ambrogio Spinola coll’esercito Spagnuolo con tanto vigore, sicchè per mancanza di viveri, ed altre strettezze caddero nelle di lui mani la Città, ed il Castello; nè rimaneva più a’ Francesi, entrati colà dentro in soccorso del Duca di Mantova, se non la bellissima Cittadella di sei baluardi; e quell’ancora doveva esser provveduta di cibo dagli Spagnuoli sin alla fine d’Ottobre; nel qual tempo, se non fosse soccorsa, dovrebbe il Comandante Monsieur di Toiras renderla allo Spinola. Ma questi, prima che terminassero i giorni stabiliti, finì di vivere, lasciando dopo di sè fama gloriosa, d’esser egli stato uno de’ più eccellenti Capitani del secolo passato. Succeduto nel comando dell’esercito il Marchese di S. Croce, s’apparecchiò a sostenere gli assalimenti, che i Francesi meditavano al di lui Campo, trincerato attorno la Cittadella di Casale. A lui si congiunse il Generale Mattia Galasso con le milizie Alemanne, e a lui pure fu appoggiato il distribuire, e lo schierare le soldatesche a posti convenevoli in ordinanza di battaglia; il che fece con regolamento, benissimo inteso. Armò la trincea con gran numero di picche, e di moschetti, dietro a’ quali stavano i battaglioni de’ Fanti, spalleggiati da due grossi corpi di Cavalli in tale distanza, che nello spazio, rimasto voto, potessero agiatamente muoversi, e spingersi addosso a’ Francesi, quando questi avessero superati i ripari del proprio campo; Ma non sormontandogli fosse libero alla Cavalleria Austriaca l’uscire per le aperture comodamente, ed investire parimenti di fianco il nemico, occupato nell’assalto, oppure scorrere attorno secondo che l’occasione lo richiedesse. Tre Marescialli, della Forza, Scomberg, e Marigliaco governavano l’Esercito del Re Cristianissimo.

Attraverso il Piemonte, e il Monferrato erano discesi alla veduta di Casale, per liberare quella fortezza dall’assedio. Si persuasero alla prima, che gl’Imperiali non fossero per unirsi agli Spagnuoli, stante le discordie, che regnavano tra