Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/30

22 Azioni di Generali

v’entrato non potendo impedire il saccheggio, voluto dalle soldatesche, pose buone guardie; perchè alquante Chiese, Monisteri, ed altri luoghi Pii non fossero svaligiati, e disonorati.

Resa sotto la padronanza di Cesare quella Città, il Galasso colla metà delle genti Imperiali passò nel Monferrato ad assister alle armi di Spagna, impegnate nell’assedio di Casale; dove pure essendosi ritrovato D. Ottavio Piccolomini, anche di questo Cavaliere porgeremo le prime notizie.

Dalla Dama Caterina, Sorella del Pontefice Pio secondo, dopo più generazioni trasse la sua discendenza D. Ottavio. Ebbe per padre Silvio Piccolomini, che militò per sett’anni in Fiandra, indi in Ungheria, e in Transilvania, poi in Barberia, sempre con estimazioni di consiglio, e di saggia direzione nel maneggio dell’armi. Finalmente servì il Gran Duca Cosimo in dignità di Mastro di Camera, e di Generale della Cavalleria.

D. Ottavio fu terzo di lui figliuolo. Sortì dalla natura corpo robusto, e genio militare. Dalla celebre disciplina del Padre apprese il vero maneggio dell’armi, ed in eccellenza tutti gli esercizj Cavalereschi. Adoperava perfettamente ogni sorta d’arme, e nel maneggio del Cavallo era così destro, e gagliardo, che vestito tutto di ferro saliva sopra ogni gran corsiere, senza metter piede in istaffa. Di dicisette anni uscì a militare Venturiero nel Campo Spanguolo sotto Vercelli.

Suscitata la ribellione di Boemia il Gran Duca lo elesse Capitano di Cavalli nel Reggimento, che S. A. mandò in soccorso dell’Imperatore suo congiunto. Uscito di Vienna contra il Conte Enrico della Torre, che come abbiamo detto di sopra, era entrato nell’Austria con forte armata ad oppressione di Cesare, combattette co’ nemici, segnalandosi con la sua compagnia in varj conflitti1 a Pistriz, alle palme di Longlais, a’ Ponti di Vienna, e poco dopo nella rammemorata battaglia in vicinanza di Praga. Ottenuta la Vittoria, D. Ottavio fu comandato a seguitare il Conte di Bougvoi, che marciava con altre truppe, per impedire ulteriori avanzamenti nell’Ungheria al Principe Bethlem Gabor nemico di Cesare.

Sotto il medesimo trovossi in continue scaramuccie co’ nemici, sempre con valore, per cui meritò da quel gran Capitano parecchie volte pubbliche commendazioni. Vi ritornò qualche tempo dopo sotto il comando di Girolamo Carafa Marchese di Montenegro, allora quando dovendo l’esercito Cesareo ritirarsi da Goeding per il numero troppo superiore de’ Transilvani, e Turchi, toccò a lui coprire la retroguardia. Il che fece colla sua compagnia la più forte, avendo egli in costume d’averla sempre meglio montata, ed armata dell’altre, anzi al doppio più copiosa, dilettandosi d’aver in essa i più bravi, ed esperti soldati, per trattener i quali spendeva liberalmente.

  1. Gualdo Vita ed Azioni di Personaggi. V. Piccolomini.