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16 Azioni di Generali

à, e ricondurre le altre in Germania. Ritornato Egli a Vienna, Cesare, dichiaratosi ben servito, lo tenne occupato in varj impieghi, e consulte; finchè invitato dalla Repubblica di Genova per capo, e Governatore delle di lei arme in circostanze pericolose per quel Dominio, ivi attendendo con indefessa vigilanza a’ preparativi di guerra, ammalò gravemente; Nè potutasi superare l’infermità, accettò con intrepida rassegnazione d’animo la morte, finendo di vivere da buon Cristiano. Fu splendido, liberale, magnanimo. Si ritrovò in dieci battaglie, e dalla buona condotta, e valore mostrato in esse, si acquistò fama di celebre Guerriero. D. Scipione Filomarino dalla Fiandra fu chiamato in Italia, ove intervenne alle guerre, che seguirono in Piemonte, Milanese, Monferrato per lo più al comando delle soldatesche di sua Nazione, sempre imperterrito, e generoso in ogni sua azione. Dopo trent’anni di servigio prestato con ampia cognizione, ed uso indefesso dell’arte militare, ritiratosi a godere nella patria i frutti di tante fatiche, morì nell’anno 62 di sua età. Tutte le provincie d’Italia somministrarono nel secolo, di cui favelliamo, Generali di credito, ed Ufficiali di condotta, e di valore in copia alla Casa d’Austria; affine di tenerla in quell’ascendente di grandezza, e di possanza, a cui l’avevano sollevata nel secolo decimo sesto i Colonna, gli Avalos, i Gonzaga, i Duchi di Savoja, di Parma, tutti Italiani. Ma questi ottennero di riuscirvi felicemente, perchè ebbero a lungo il comando supremo, e governarono le faccende militari con assoluta autorità e independenza, come dettava loro il buon senno, di cui erano dotati. Ma nel secolo, di cui parliamo, i Generali Italiani per lo più servir dovettero in gradi inferiori, ubbidire, e nella pratica tener dietro agli altrui pareri, regolamenti, e voleri. Suggerirono alle occorrenze saggi Consigli, ma sovente ebbero la mala sorte, di vedere le loro proposte nè apprezzate, nè abbracciate. Talvolta dovettero imbarcarsi in imprese, mal misurate e peggio incamminate. Essi però dal canto loro operarono con fortezza, con bravura, e colla miglior regola allora possibile, affine di diminuire i discapiti peggiori, a’ quali erano instradati. Per altro, quando ottennero primaria, e piena autorità sulle truppe colle provvisioni sufficienti a sostenerle, uguagliarono la condotta di qualunque gran Generale d’altra nazione; riportarono splendide vittorie, e condussero ad esito felice importanti imprese. Il Regno poi di Napoli, dilatato assai in varie provincie, popolate da Nobiltà, e da popolo armigero, provvide Gran Capitani, e parecchi eserciti alla Corona di Spagna. Per non estendersi a tutto il corso di quel secolo, il che sarebbe troppo lungo, accennerò unicamente, come in soli sette anni spedì in diversi corpi a diverse1 Pro-

  1. P. Filamondo: Genio bellicoso di Napoli nella facciata seconda, diretta alla valorosa milizia Napolitana.