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e di Soldati Italiani. 15

salvamento. Tra le continue scaramuccie, ed infestazioni de’ nemici marciò sempre combattendo, finchè si ridusse in luogo sicuro con iscarsa perdita de’ suoi; nel che guadagnò strepitosa commendazione, e merito distinto presso di Cesare. Ritornato poi il Gabor con forze maggiori all’assedio di Possonio, accorsero lo Spinelli, il Caracciolo, e il Filomarino, e superate molte difficoltà, v’introdussero opportuno soccorso, nel qual fatto il Filomarino, dovendo passare tralle bocche de’ moschetti nemici, fu ferito nella gamba con pericolo di morire. Salvollo la cura diligente de’ Medici, sicchè nell’anno

1622.

F

U in istato di marciare al Reno, verso dove l’Imperatore spedì un corpo di due mila cinquecento Cavalli, e sei mila Fanti, tra’ quali i Napolitani. D. Carlo Spinelli ebbe l’incarico di condurli, e comandare a tutti. Per quel lunghissimo viaggio a traverso a’ paesi, o nemici, o diffidenti esso li trasportò con celerità regolata, e con sicurezza, quasi sugli occhi d’altro esercito nemico più numeroso del suo. Precedevano gl’Italiani sotto D. Tommaso Caraccioli. Lo seguivano le altre truppe tutte con disciplina regolatissima.

Guerreggiavano nell’Alsazia, e nel Basso Palatino due Generali Austriaci, il Conte Giovanni Tilli, e D. Tommaso di Cordova. La loro mira era di combattere due Generali dell’Elettor Palatino, cioè Federico Marchese di Baden Durlac, e Cristiano Duca di Bransvic, detto il Vescovo, o Amministratore d’Alberstat. A rinforzare i Cattolici giunsero i Napolitani in tempo acconcio. Coll’ajuto loro si conseguirono due segnalate Vittorie, l’una a Vinsen sul Necar, in cui fu disfatto il Durlac, l’altra a Hoecst sul Meno poco lungi da Francfort con la ruina totale dell’Alberstat. Gl’Italiani in amendue le battaglie fecero prodezze di valore; e distintamente in una d’esse, vedendo battute, e incomodate assai le schiere Cattoliche da alcuni pezzi d’artiglieria nemica, fiancheggiati da due Reggimenti1, essi sprezzata generosamente la grandine di quelle palle, corsero veloci addosso a que’ Reggimenti, in pochi istanti gli rovesciarono, e impadronitisi de’ Cannoni, gli rivoltarono a danni degli antichi Padroni Luterani. Azione, che recò a coloro l’ultimo esterminio, e partorì una intera vittoria agli Austriaci. Dal Palatinato passò D. Scipione Filomarino ne’ Paesi bassi, dove ritrovossi alle battaglie di Fleurv tra continui pericoli. Urtò co’ suoi Napolitani bravamente ne’ nemici, che facevano gran fuoco sopra la fanteria Spagnuola, a cui giovò molto. Cessato il bisogno delle truppe Cesaree al servigio dell’Infante Isabella in Fiandra, D. Carlo Spinelli ricevette ordine dall’Imperatore di lasciare le genti Napolitane colà,

  1. P. Filamondo pag. 139.