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perchè i Turchi non trasportassero viveri in Zighet, nè in Alba Reale. Alla primavera passò in Esech, per accalorare le nuove fortificazioni, che vi si alzavano. Comandò a’ Colonnelli, che distaccassero tante milizie, quante componessero un corpo di dieci mila uomini. Appena quattro mila ne ricevette. Disegnò un campo, per cui allogiarli. Radunò frumento in copia, e gran quantità di materiali, per fabbricar ponti. Pioggie continuate, e fiumi d’acqua ritardarono l’uscita de’ reggimenti da’ Quartieri. Capitatone un numero sufficiente s’incamminò il Caprara più basso. Occupò Illoch, abbandonato da’ nemici. Coll’opera dell’Haisler, e del Vallis espugnò Titul. Attendeva il Serenissimo di Lorena, ma febbri contumaci l’obbligavano al letto; e però S. A. E. di Baviera assunse il comando dell’Esercito. Consegnò al Principe di Baden un corpo di truppe, per invadere la Bossina. Ed egli generoso al sommo, ed animoso s’appigliò al passaggio del Savo, e all’attacco di Belgrado. La fortuna, che sovente protegge le risoluzioni coraggiose, prosperò il tragitto con rara felicità in faccia a’ Monsulmani. L’Elettore sempre presente a tutto incaloriva, affrettava, e per fino dava mano a’ preparativi, e all’esecuzione dell’ardita impresa. Colla medesima sollecitudine, e fervore promosse l’oppugnazione di Belgrado. E se i Cannoni fossero calati prontamente, la Città era assai prima soggiogata. Abbattute le mura poco forti, l’Elettore sotto gli occhi suoi, e coll’avvicinarsi assai d’appresso alle offese nemiche, sino all’esser ferito di freccia, incammino prosperamente l’ultimo tentativo. La guarnigione fece un fuoco spaventoso, per cui rimasero uccisi l’un dopo l’altro due Generali, che comandavano l’attacco. Ma replicati gli sforzi, fra un nembo di palle avversarie, i Cesarei salirono sulla breccia, e ne cacciarono i difenditori. Si credeva, che in quel posto non vi fusse se non un recinto solo, guadagnato il quale, rimanesse spalancato l’ingresso alla piazza. Ma contra l’espettazione s’incontrò un secondo fosso con in mezzo folta, e ben intesa palificata, dopo la quale s’ergeva un secondo muro. Conveniva per tanto formar un alloggio con materiali, e con questi coprirsi, e stabilire il piede sulle prime ruine. I materiali, creduti non necessarj, mancarono; perciò le Soldatesche, esposte affatto al bersaglio furioso della ritirata, meditavano di dar addietro1. Allora il Co. Vittorio Solari Cavalier Piemontese si fece avanti a tutti. Colla voce, e coll’esempio d’imperterrita fortezza gli animò a star costanti; finchè giungessero i Gabbioni, sacchi di terra, ed altri materiali, chiesti in diligenza. L’esempio di generosa fermezza, e le parole coraggiose del Conte tennero salde le truppe Alemanne, sin a tanto che avanzarono i Guastadori col necessario, da collocare avanti, e da riparare in qualche modo i colpi nemici. Alzato in fretta un parapetto di fascine, terra, ed altro, furono ritirati i feriti, e fatto sottentrare a’ stanchi a al-

  1. P. Vagner tomo 2 pag. 51.