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214 Azioni di Generali

dovute. Trattò poi i Nobili, ed inferiori con somma gentilezza. A’ primi tributava le onoranze confacenti al loro grado. Cogli altri si rendeva popolare, affabile, e conversevole. Si comperò l’affezione dell’Abaffi, e del suo Favorito, a modo che conseguì di metter presidio anche in Cronstat a’ confini della Valacchia, ed in altri Forti. Ottenne un dono di trenta mila tumuli di grano per gratitudine al buon ordine, e disciplina, con cui regolò le Soldatesche, onde da tutti si godesse una piena quiete. Ed in vero quello deve dirsi ottimo Conquistatore, che sa l’arte, ed ottiene non solo di espugnare le Città, ma ancora di conquistare, e conservarsi fedeli i nuovi sudditi.

La comunicazione della Transilvania cogli altri Stati Austriaci si rendeva difficoltosa per le varie Piazze, che tuttavia possedevano i Turchi di là dal Tibisco. Applicò il Caraffa ad aprirne una nuova assai comoda, e breve lungo il Maros, fiume navigabile. Assediò Lippa, che domina quelle acque. Espugnò per assalto la Città, e cogli incendj delle bombe costrinse la Fortezza di quattro buoni Baluardi, ed altri ripari a cedere colla prigionia del Presidio. Nè vi spese, che tre soli giorni. Distribuì a’ Soldati la ricca preda, ivi ritrovata. Ma perchè l’avarizia d’alcuni tentava di spogliare le donne, e i fanciulli, a’ quali aveva concessa la libertà, Egli giustamente sdegnato, ne uccise alcuni di propria mano.

Aveva terminati i suoi giorni il General Commissario Conte Rodolfo Rabatta estremamente affaticato nel maneggiare quella laboriosa carica con inalterabile fedeltà, e prudentissima economia1. La di lui dignità era ambita da molti soggetti cospicui. L’Imperatore la destinò al Conte Caraffa. Ma questi con umilissime suppliche, e con implorare la mediazione degli Amici in Vienna, s’industriò di declinarla. Cagionò maraviglia, ch’Egli rifiutasse ciò, che tanti pretendevano. Cesare replicò il comando, estese a maggior ampiezza la di lui autorità. Confermò a lui il governo della Ungheria superiore, e della Transilvania, colla facoltà di sostituire altri Generali, come fece, lasciando la direzione dell’armi nella prima al Conte Ottavio Nigrelli Cavalier Ferrarese, e nella seconda al General Co. Federico Veterani. A’ primi di Luglio colla maggior parte delle truppe, e con grosso contante si mosse verso l’esercito, che si radunava sul Danubio. In Seghedino fu trattenuto da una flussione negli occhi, liberato dalla quale proseguì il viaggio. Perchè le Soldatesche non perdessero tempo, le premise col General Piccolomini.

Sotto il comando del Marescial Caprara si raccoglieva ad Esech l’esercito Imperiale. Nell’Inverno passato governò Egli la Schiavonia. Diede ordini al Baron Tingen, che munisse gagliardamente i Castelli migliori, e spianasse i ripari de’ luoghi deboli. Sopra tutto invigilasse,

  1. P. Filamondo suddetto tomo 2 pag. 65.