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210 Azioni di Generali

dì subito Ajutanti a’ Colonnelli, e a’ Capitani, perchè ostassero a sì gran pericolo. Esso cavalcò qua, e là con prestezza1, e con vigilante attenzione, perchè lo sconcerto non succedesse, e le milizie conservassero l’intera ordinanza. Queste diligenze assicurarono la vittoria, perchè più oltre un miglio si scoprì un secondo trinceramento, dentro di cui vi era la riserva Turchesca, con molte loro schiere nella prima fuga ricoverate colà; e male per i Cesarei, se si fossero sbandati a bottinare. Quegli Infedeli erano capaci di rimettersi, di sortire dal trinceramento, e colla furia agilissima de’ Cavalli, coll’assordamento delle voci incondite da loro costumate, e col maneggio eccellente della sciabla riempire i Cristiani di confusione, di spavento, di ruina, e forse anche di levare loro dalle mani la vittoria. L’attenzione costante del General nel tenere unite e stabili le file sotto le insegne frastornò la disgrazia, e a lui somministrò l’opportunità di avvicinare i battaglioni al fosso del nuovo trinceramento, ed animarli coraggiosamente a superarlo. Il Duca di Lorena spinse le truppe del Circolo di Svevia in soccorso di esso Caprara, e tutte si aprirono colla forza l’accesso nel nuovo Campo, ove fugata la Cavalleria degli Spay, proseguirono a tagliare a pezzi i Gianizzeri. Sino all’ultimo, tanto quel Serenissimo, quanto il Caprara, e colle scorse, e colla voce invigilarono, e tennero in dovere le Milizie, perchè non si sbandassero alle prede, alle quali si conoscevano avidamente portate fuor di tempo. Col benefizio di tali precauzioni tutti proseguirono a compire un’intera vittoria. Il bottino guadagnato arrivò al valore di cinque milioni, oltre all’erario, ed altre ricchezze toccate in sorte a S. A. E. di Baviera. Vi si trovarono ottanta Cannoni, munizioni da bocca, e da guerra in gran copia. Otto mila cadaveri si rinvennero distesi sul campo, oltre i feriti, ed altre migliaja, annegate nel Dravo, e nelle valli d’attorno. Tenuissima fu la perdita de Cristiani. Soli seicento tra morti, e feriti, tanto nel fatto presente, quanto nelle scaramuccie antecedenti. Gli acquisti di Città, che ne provennero, furono abbondantissimi. Esech con quasi tutta la Schiavonia rimessa in possesso di Cesare per l’abbandono, che ne fecero i Monsulmani. La Transilvania, ampia, e ricca Provincia sottommessa a’ presidj, e a grosso quartiere Alemanno. Il Duca di Lorena vi s’incamminò in persona per ridurla. Allora il General Caraffa dimorava nell’Ungheria superiore, attento a rinserrare Agria, e Mongatz. Nell’inverno passato con la vigilante sua sagacità aveva scoperta una pericolosa congiura, tramata dal Techeli con molti Nobili Luterani, e Calvinisti, per trucidare i Presidj Imperiali delle Città conquistate. Esso avuti nelle mani i Complici principali, deputò un’assemblea di più Giudici, Ungheri, Tedeschi, Cattolici e Protestanti, che verificassero la trama, e sentenziassero il castigo dovu-

  1. P. Vagner tomo V pag. 19.