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208 Azioni di Generali

sai superiori, si divisero in varie truppe. L’una assalì di fronte, altre sù i fianchi, ed alcune pur anche alle spalle. I Cesarei, formato un circolo sempre immobili da tutti i lati, con ispari ben regolati gettavano a terra gli assalitori. I Nemici, conosciuta impenetrabile la falange Cristiana, finsero di dar addietro sù un Colle, ove stavano in aguato alcune Colubrine, custodite da seicento Gianizzeri1. I Tedeschi, asceso il Colle, niente atterriti dall’improvvisa comparsa di nuovi Nemici, sostennero bravamente la prima scarica de’ Moschetti, e de’ Cannoni Turcheschi: poi con ardore feroce si scagliarono addosso a’ Gianizzeri, e li tagliarono a pezzi: indi rivolsero le bombarde a danni de’ loro Padroni, con che obbligarono tutta quella moltitudine di Cavalli a trafugarsi altrove. La vittoria, quanto inaspettata, altrettanto riuscì insigne, e strepitosa per i Vincitori. Il Veterani, temendo ulteriori insidie, se andava più avanti, distribuiti i Cavalli, i giumenti, ed altre prede alle benemerite Milizie, ricondusse seco le artiglierie, e i prigioni fatti. Questa azione, regolata con sommo giudizio, e bravura inalzò a gran fama il nome, la condotta, e il valore del Veterani, che seppe coglier all’improvviso i Turchi, e in tre differenti zuffe successive mescolarsi ben all’ordine contra di loro sino a sbaragliarli affatto.

Il Comandante di Seghedino, avvertito della disfatta de’ suoi, cedette la Piazza quasi intatta al General Vahis, rimasto a quell’assedio. La conquista assicurò all’Imperatore il possesso di tutto il Tibisco, e di vasta estesa di paese, solito a nodrire quantità grandissima di animali, che si vende ad altre Contrade.

Passate le truppe a’ quartieri il Commissario Co. Rodolfo Rabatta con incredibile prestezza applicò a raccogliere provvisioni sterminate per la Campagna del

1687.

D

Ispensò denari in copia per numerose levate di gente, colle quali riempì i reggimenti, assai diminuiti nel passato assedio. Su barconi di elevata struttura ordinò forni mobili, da cuocer il pane, invenzione non per anco comparsa sul Danubio. Comprò abbondanti medicamenti per i feriti, e per gl’infermi colle botteghe aperte; affine di rimetterli prestamente in salute. Con queste diligenze si ricuperarono da sei mila Soldati, mal condotti da’ passati patimenti. Egli pratichissimo de’ bisogni di un esercito, ed insieme buonissimo economo, impiegò la sua fedeltà, ed insigne esperienza nel ben servir Cesare suo Signore. Così assistito ottimamente l’esercito imperiale, potette accingersi ad un lungo viaggio sino di là dal Dravo, e sotto Esech, in

  1. P. Vagner Istoria suddetta tomo primo pag. 726.