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e di Soldati Italiani. 13

proprj battaglioni, e vi cagionassero disordine, e ruina, come suole accadere in casi consimili, esclamarono con voce alta a coloro, che si tenessero alla larga di là dal loro fianco, col favore di cui potrebbono rimettersi con facilità; Altrimenti se si avvicinavano di più, essi avrebbono sparato co’ moschetti verso di loro, e gli avrebbero urtati colle picche. A quella intima i Tedeschi s’allontanarono1. All’ora lo Spinelli, disprezzato qualunque pericolo, s’inoltrò co’ suoi nel terreno, perduto da’ Tedeschi; salì con gran bravura sulle alture. Colle salve foltissime, e frequentissime degli Archibugieri si mescolò, dove più ardeva il conflitto, portando colà il terrore, e la strage. Da questa abbattuti gli Ungheri, che fin all’ora avevano pertinacemente resistito, si disordinarono, piegarono malamente, e poi scamparono altrove. Secondarono gli sforzi degl’Italiani altre Milizie, e specialmente i Valloni sotto D. Guglielmo Verdugo, i quali espugnarono alquanti ridotti: s’impossessarono delle artiglierie avversarie, rivoltandole contro de’ Ribelli, e imprigionarono de’ Capi primarj nemici. In questo mentre la Cavalleria Alemanna si riordinò, e si rimise nella battaglia. Proseguì a combattere, e a tener dietro a’ fuggitivi. Dalla parte del Bavaro fu più facile la Vittoria coll’uccisione di sei mila Luterani, e d’altri mille prigioni. Si conquistò tutto il Cannone, e il bagaglio. Tenue fu la perdita de’ Cattolici. La maggiore però cadde sù i Napolitani; perchè trovarono contrasto più duro, e pugnarono con maggiore costanza. Essi soli guadagnarono diecinove tra bandiere, e stendardi. Congratulazioni, ed applausi ben grandi riportarono lo Spinelli2, e i suoi dalla Generalità, e specialmente dal Duca di Baviera, che con lettera al Re di Spagna commendò assaissimo la loro condotta, ed intrepida fermezza, confessando che da questa nacque il principio di sì nobile, e insigne vittoria. Encomiò distintamente nello Spinelli la di lui grande perizia militare, egual prontezza nel prendere partiti opportuni alle occorrenze, costanza, e fervore nell’eseguire. L’Imperatore informato di quanto era seguito, decorò lo Spinelli col titolo di Marchese del Sacro Romano Imperio: Investì lui, e i suoi discendenti del feudo nobile, e franco d’Orso nuovo, ed Orso vecchio con facoltà di batter moneta. Scrisse dipoi allo stesso Re Cattolico, specificando d’aver molto gradita l’opera forte, e fedele delle truppe Napolitane, ed esaltò in D. Carlo Spinelli l’eroica fortezza, l’esimia prudenza, e l’insigne militare perizia, per le quali si era acquistate egregie lodi in tutto il tempo, che guerreggiò tra i Paesi Austriaci.

Nel giorno seguente l’esercito vittorioso si avvicinò a Praga. I Napolitani, ed i Valloni furono i primi ad accostarvisi, e a tentare l’ingresso in parte d’essa; perlochè atterrito il Palatino, scampò altrove, e lasciò alla Città intera libertà d’arrendersi. Rimessa Praga la Capitale

  1. P. Filamondo medesimo.
  2. Lo stesso P. Filamondo pag. 138. E Gualdo Vita di Ferdinando III, pag. 36.