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dietro, e ne uccise molti. Ma non potendo i Corazzieri Alemanni pareggiare la velocità de’ Cavalli Turcheschi, il Serenissimo di Lorena spinse addosso a loro la milizia Polacca non inferiore nel corso. Col favore della notte il Seraschiero scampò altrove, e lasciò libera la strada, per cui i Cesarei si accostarono a Buda, e la cinsero di assedio. Il giorno de’ 21 Luglio fu espugnata a viva forza la Città bassa, e fu disposto tutto il necessario per l’attacco della Città alta, collocata sù un Colle in sito fortissimo, e provveduta di grosso presidio. Ma perchè poco lungi di là campeggiava tuttavia il Bassà Seraschiero, accresciuto di nuove truppe, capitate in di lui soccorso da Costantinopoli, il Duca di Lorena determinò, di cacciarlo da quelle vicinanze con una nuova battaglia. Seguì questa il giorno de’ 22 Luglio ad Anschebega v’intervenne quasi tutta la Cavalleria Imperiale con soli due mila Fanti. Gli altri rimasero nel Campo sotto Buda. Per quattr’ore i Cesarei sostennero immobili l’impeto ferocissimo de’ Barbari. Ributtarono con ispari ben concertati de’ moschetti, e delle Carabine coloro, che si presentavano all’assalto. Ma quando questi cominciarono a rallentarsi, il Duca dalla difesa passò all’offesa. Investì il nemico con sì bell’ordine, e con tanta risoluzione, e valore; sicchè disfatti i Gianizzeri, i quali erano il principal nervo di quell’armata, allora gli Spay, ed altri a cavallo, presero apertamente la fuga, cercando lo scampo in lontananza. Nelle mani de’ Vincitori rimasero otto pezzi di Cannone, tutte le tende, i militari attrezzi, gran quantità di giumenti, ed altre considerabili prede. Il Serenissimo di Lorena, dando parte all’Imperatore della vittoria, si estese in lode di tutti i Generali; ma dichiarossi, che l’onore della Vittoria era in primo luogo dovuta al Maresciallo Caprara1. Questo Signore, peritissimo nell’arte militare, e lungamente esercitato in guerra, componeva le ordinanze, massime della Cavalleria, con savissimo regolamento. Inspirava loro una fermezza robustissima. Dava loro le mosse nelle circostanze convenevoli, e le rimetteva più volte con facilità, e con prontezza a nuovi cimenti.

L’assedio di Buda sortì esito infelice per le cagioni, descritte in tutte le Istorie di que’ tempi. Benchè colà sotto vi si consumassero molte soldatesche, ciò non ostante, trovandosi la Germania piena di milizie, fu facile all’Imperatore a’ proprj stipendj, nell’anno seguente

1686.

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Accogliere un esercito anche più copioso, con cui accingersi all’assedio di Nayasel. I due Duchi di Lorena, e di Baviera lo intrapresero. Ma capitata notizia, che l’armata Turchesca erasi avanzata all’attacco di Strigonia, i due Principi si mossero col corpo mag-

  1. Beregani Istoria Veneta tomo I pag. 185.