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e di Soldati Italiani. 197

seguitati dalla Cavalleria leggiera dell’una, e dell’altra nazione, da alcuni battaglioni di Fanti, e da Dragoni fatti calare a terra, incapparono in una palude, e sul margine d’essa furono trucidati. Lo stesso seguì sulle sponde del Danubio, o nel nuotare che facevano all’altra riva. I ripari alzati attorno Barchan furono superati, e la terra costretta a rendersi. Gli estinti furono dieci mila, consumati più dall’acqua corrente, che dal fuoco de’ moschetti. Mille, e dugento i prigioni con parecchi Ufficiali. Vi si consumò il meglio delle squadre Monsulmane. Questa vittoria condusse all’oppugnazione di Strigonia, che si rendette in pochi giorni. L’acquisto di questa piazza aprì la strada all’esercito Cesareo, d’incamminarsi nell’anno prossimo

1685.

A

Ll’oppugnazione di Buda, Capitale dell’Ungheria. L’accesso fu contrastato da’ Turchi, che fu d’uopo lo sbaragliarli prima in tre battaglie. Le milizie Ottomane, quando ne’ primi urti incontrano ferma, e costante resistenza, facilmente si sbandano, e abbandonano il campo. Ma altrettanto sono pronte a riunirsi, e a rimettersi in istato di un secondo, e di un terzo fatto d’armi. Colla velocità de’ Cavalli gli Spay, e coloro che militano sopra di loro, come anco colla agilità, e infaticabilità nel corso i loro pedoni si sottraggono prontamente in salvo. Ma essi non disertano, come fanno i Cristiani. Il maggiore, e miglior nervo della Cavalleria Ottomana consiste in Timarrioti, i quali godono in Feudo terreni, coll’entrate de’ quali devono militare essi, e certo numero di dipendenti a spese loro. Altri sono guardie de Bassà, stipendiati da’ medesimi; E però tanto gli uni, quanto gli altri ritornano, immantinente al Campo, e proseguiscono a guerreggiare. La Fanteria Gianizzera è di fedeltà inalterabile, nè altro brama che nuove zuffe, nelle quali segnalarsi, e salire a maggiori cariche. Continuamente dalla vastità dell’Impero Monsulmano sopraggiungono nuove soldatesche, o a supplire per gli estinti, o ad augumentarne la possanza. Così praticarono nella corrente Campagna. Disfatti più volte, si rimisero poco dopo a formare nuovi eserciti, e a mettere il Duca di Lorena in contingenza, di combatterli ulteriormente. Il primo conflitto generale seguì sotto Vaccia. Il secondo dopo passato il Danubio all’Isola di S. Andrea su’ ponti fabbricativi con barche, calate da Comorra. Il primo a tragittare quel fiume fu il Maresciallo Caprara, e il primo ad esser assalito a’ 10 di Luglio con nuovo esercito dal Seraschiere Ottomano. Reggeva egli la diritta in fronte ristretta. Con iscariche ben regolate ripulsò sul principio gl’impeti più furiosi dalla Cavalleria Turca, poi finse una ritirata di pochi passi. Allora presentò in faccia a’ nemici l’artiglieria, da cui battuti coloro con un nembo di palle, dovettero disordinarsi, e darsi alla fuga. Il Caprara co’ suoi tenne loro