Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/20

12 Azioni di Generali

le schiere Italiane, che non ostante queste, ed altre malagevolezze di strade con intrighi di boschi, giunsero felicemente a congiungersi in vicinanza di Praga col Duca Bavaro.

Anche i Ribelli condotti dal Conte della Torre, da Cristiano Principe d’Analt, e da altri Comandanti, eransi assemblati in potente armata, aveano occupato il sito più alto, predominante, ed avvantaggioso del monte Bianco, sù cui per maggior fortezza alzarono prestamente ridotti, e trincee di valida difesa. Avevano alle spalle per loro ricovero in caso di disgrazia la Città medesima. Stante queste difficoltà si consultò tra Generali Cattolici, se si dovevano assalire gli avversarj. Molti opinarono di no per la malagevolezza di salire un gran tratto di monte, esposti a’ colpi dell’artiglieria nemica, prima di venire alle mani. Dipiù convenniva sormontare alcuni forti, e superatili mettere in fuga una grossa Cavalleria avversaria; giacchè appunto Bethlem Gabor aveva in quel tempo trasmessi colà alcuni mila Cavalli Ungheri in rinforzo de’ sollevati. D. Carlo Spinelli persuase la battaglia con molte ragioni, tra quali l’ardore generoso de’ combattenti, che scorgeva, massime ne’ suoi Uffiziali, e nelle proprie milizie, accorse da lontano per l’onore della fede Cattolica, e per ristabilire la Corona di quel Reame sul capo dell’Imperatore. Poco prima esso aveva occupato d’assalto una Chiesa, ridotta in forte a cento passi dal Campo Luterano, cacciandone dugento moschettieri, che impedivano l’attinger acque ad un rivolo di buon’acqua. Continuando i dispareri circa il combattere, il Padre Domenico d’Aragona Carmelitano Scalzo, Religioso in istima di santità, così inspirato da Dio, consigliò l’assalire, promettendo dal Cielo la Vittoria, per cui conseguire precederebbe egli stesso a tutti con un Crocifisso alla mano, e inspirerebbe coraggio, e confidenza nel Dio delle Vittorie. E però a’ nove di Novembre, invocata la protezione di Maria Vergine, dipinta nella Bandiera primaria, si entrò in battaglia. Comandava in capo il Serenissimo di Baviera. Sotto di lui il Conte Giovanni Tilli, il Conte Carlo di Bouguoi, e D. Baldassare di Marradas Capitani accreditati. V’intervenne con un corpo de’ suoi il Duca di Lorena, stato sempre impegnatissimo per gl’interessi di Casa d’Austria. Tutti coll’esortazioni alle milizie, coll’ottimo regolamento delle schiere, coll’assistenza indefessa nella pugna, con pruove di gran valore condussero a buon termine il pericoloso conflitto. Alcuni squadroni di Cavalleria Alemanna furono i primi a cimentarsi, e nel principio pugnarono con gran forza; ma, oltre la malagevolezza dell’ascendere sull’eminenza, avendo incontrato un numero superiore di Cavalli Ungheri, che da posti elevati correva con impeto vementissimo addosso ad essi, e li malmenava coll’armi da punta, e da taglio; perciò impotenti a resistere, cominciavano a piegare, ed a mettersi in fuga. Gli Uffiziali Napolitani prossimi a loro, temendo, che questi, dando addietro, si rovesciassero sopra i