Pagina:Anonimo - Azioni egregie operate in guerra.pdf/19


e di Soldati Italiani. 11

lo imperterrito. Anch’esso Scipione nella palestra militare di Fiandra per tredici anni continui intervenne a tutti gli assedj, e a tutte le battaglie occorse, riportandone da’ Generali approvazioni, e commendazioni, di quanto andava operando. Nella battaglia di Praga, che descriveremo, combattette nelle prime file de’ suoi con indicibile ardire, e intrepidezza. Indi operò prodezza insigni in tutti i conflitti, che seguirono nell’Austria, Boemia e Ungheria.

1620.

R

Accolte tutte le Truppe ausiliarie nella Primavera del 1620, si concertò fra’ Comandanti, che da più parti si entrasse nel Paese de’ Sollevati, e a dirittura si camminasse verso Praga Capitale della Boemia. In quel Regno tutte le Piazze eransi perdute fuorchè Buduais, nella quale il Conte Bouguoi aveva stabilito un buon Presidio, e dopo l’arrivo de’ Napolitani v’era entrato dentro con tre Compagnie de’ suoi D. Scipione Filomarino, che tanto nella difesa di quella piazza, quanto nel soccorso introdotto in Uscitrof mostrò grande intrepidezza, ed animosità. Nel Mese di Luglio il Duca di Baviera s’aprì colla forza l’accesso nell’Austria: Occupò Lintz, e in due mesi ridusse quella Provincia sotto il Dominio di Ferdinando. Nel principio d’Ottobre si congiunse al Conte di Bouguoi e a D. Baldassare di Marradas egregj Capitani, che avevano soggiogate parecchie piazze di quel Reame. D. Carlo Spinelli ebbe ordine di avanzarsi co’ suoi, lungo il fiume Molda ad Occidente. Per formare uno stuolo più valevole d’armati, eransi congiunti a lui alcuni reggimenti di Valloni, ed alquante Compagnie di Polacchi. Lungo il fiume giunsero a Pragaditz, munito di tre muraglie. I Valloni l’assalirono a petto scoperto1. Non riuscito l’attentato, gl’Italiani, apprestate le scale, salirono sulle difese, e s’impossessarono del luogo colla morte di mille, e seicento Presidiarj. Pischin sostenne solo tre giorni di difesa. Per attraversare il viaggio a’ Cattolici, e per sorprendere qualche quartiero Nemico, il Conte della Torre con grossa banda di Soldatesche s’era collocato al loro fianco. In fatti riuscì a lui d’entrare nel Campo de’ Polacchi, e mettervi la confusione. Lo Spinelli, avvertito della sorpresa, con una banda di moschettieri lo ricacciò fuori. Altri insulti tentò il Conte, ma sempre fu ributtato con non poco sangue de’ suoi. Nella Selva di Racconitz, imboscati alcuni mila Boemi, tese insidie, e chiuse i varchi della strada. Se ne avvide lo Spinelli; e subito, comandati tre mila de’ proprj pedoni, dissipò l’aguato, sforzò i passi, e fece sloggiare il nemico. La mischia fu calda, e pericolosa, in cui mancarono sette Capitani di Napoli. Con nuovi attentati procurò, di frappor intoppi, e ritardi; ma tale fu il valore del-

  1. P. Filamondo Genio Bellicoso di Napoli pag. 135, 136, 137.