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e di Soldati Italiani. 159

te vendute a particolari, per accumulare tesori, co’ quali si rimettesse in istato di sostenere nuove guerre, le quali non avrebbero mancate. Manifestò, come sapeva di certo, che la Francia con gagliardi soccorsi avrebbe impedito, che i Portoghesi non fossero debellati. Ricordò l’avvenuto ne’ Paesi bassi per ottanta anni, ne’ quali gli Eserciti Cattolici mai poterono ridurre all’ubbidienza gli Ollandesi; perché continuamente erano provveduti di denaro in copia grande, e di soldatesche da’ Principi confinanti; Lo stesso sarebbe accaduto presentemente in Portogallo. Quanto allora presagì l’Imperatore, tutto minutamente succedette di poi.

Leggo nella Vita del Maresciallo di Turena, stampata pochi anni fa in Parigi, come esso fu quello, che persuase il Re Luigi, a somministrare Generali, Ufficiali, e truppe alla Corte di Lisbona. Ecco le parole d’essa vita tradotte dal Francese. Temette il Turena, che la riunione del Portogallo alla Corona di Spagna augumentasse la possanza d’un Nemico, che doveva temersi continuamente. E però essendo capitato a Parigi D. Giovanni d’Acosta, tenne molte conferenze con lui, per informarsi appieno delle forze di quel Regno, dello stato di quelle milizie, e Città, come anco della disposizione tanto del popolo, quanto de’ ministri del governo. Instruito profondamente di tutto, conchiuse un trattato, in cui il Re di Francia prometteva d’inviare truppe, denari, e un Generale in soccorso del Portogallo. Il Comandante eletto fu il Conte di Scomberg. Questi andò con ottanta Ufficiali, e con più di quattrocento di Cavalleria, milizia veterana, abili a formarne degli altri nuovi, e a dirigerli. Lo Scomberg, arrivato in quel Regno, stabilì un’esatta disciplina nell’esercito Portoghese. Insegnò a’ soldati l’ordinanza da tenersi nelle marcie, e l’arte di accampare con vantaggio.

Il Re Luigi somministrò ducento mila scudi al Re d’Inghilterra, perché levasse tre mila Fanti, e mille Cavalli da spedirsi in Portogallo; e la somma medesima sborsò ogn’anno per il soldo della Soldatesca, comandata dallo Scomberg. Promise la leva di mille pedoni Francesi, e di stipendiarli. Inviò il Marchese di Ruaigni a Londra, il quale impegnò Carlo Re della Gran Bretagna, a somministrare vascelli, e milizie a’ Portoghesi. Il Re di Francia trasmise del denaro. Con i soccorsi, spediti dall’uno, e dall’altro Monarca, il Conte di Scomberg disfece in due battaglie due eserciti Spagnuoli, e finì di distruggere quasi affatto quel residuo di buone milizie veterane, che dopo tante disgrazie, avvenute nelle guerre antecedenti, erano sopravanzate alla Corona di Spagna. In tal modo quanto l’Imperatore aveva presagito, e premostrato, tutto accadette, e anche di peggio. Di questa guerra toccherò qualche cosa alla sfuggita, per non ommettere, quanto in essa si segnalarono i Generali, e le milizie Italiane. Negli assedj di Garumena, e di altre piazze gl’Italiani avanzarono i loro approcci: al-