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e di Soldati Italiani. 157

chi possiede beni, stia sempre apparecchiato ad uscire in Campo. Nè verun Nobile ottiene dignità, se prima non ha fatto molte Campagne. La Francia, oltre a’ reggimenti Svizzeri al di lei soldo, e le legioni comandate dalla Nobiltà di secondo rango, tiene altre milizie continuamente in procinto a muoversi. Questo essere il principale fondamento, e segreto della grandezza Francese, per cui tanti procurano la di lei amicizia, e da tanti altri è temuta. Con quanta maggiore giustizia potrebbe farlo Cesare, che vive sempre a fronte del Comune Nemico l’Ottomano?

Si dovrebbe richiamare in uso la pratica antica, che quando il Sovrano esce in Campo, lo accompagnassero armati, quanti possedono beni. Fu cosa vergognosa allorchè l’Imperatore Ferdinando terzo marciò ad Egra, che poca Nobiltà gli tenesse dietro; e mentre l’Augusto travagliava, e pativa sotto i Padiglioni, questa se la passasse tra le delizie della Patria. Abbondano le Città di Cavalieri, e Baroni. Doversi introdurre le Primogeniture, acciocchè i Cadetti fossero in necessità di procacciarsi stipendj, co’ quali vivere decorosamente in guerra.

Dirà taluno, che le Provincie non potranno sopportare il peso. Rispondo, che a pesi peggiori hanno dovuto soggiacere cogli armamenti, replicati bene spesso. Si calcoli l’avvenuto nel presente secolo decimo settimo di nostra Salute. Pochissimo anni sono trascorsi senza armi. Si guerreggiò co’ Turchi sino al sesto anno. Nel decimo si levò un esercito per il timore, suscitato da Enrico quarto Re di Francia a cagione di Juliers, e Cleves: Nell’undecimo per le discordie tra’ due Fratelli Rodolfo, e Mattia: Nel diciottesimo per la ribellione di Boemia. Nè fuvvi pace, se non dopo trent’anni. Nel cinquantesimo quinto si dovette mandare un grosso corpo nel Milanese. Dal cinquanta sette sino al sessanta cinque sono suscitate le guerre contro lo Sveco, la Transilvania, la Turchia; dal che si deduce, che pochissimo tempo è trascorso senza guerra, o apprensioni gagliarde di guerra. Nel licenziare poi i Reggimenti, e nel tornare di nuovo a rimetterli in piedi, quanto denaro si è speso, e pure le Provincie ne hanno tollerato l’esborso. La sola temenza, di non essere da’ Nemici colti all’improvviso disarmati, dovrebbe ricomperarsi con qualunque grande spesa. L’estesa de’ dominj Austriaci esser capace di sostentar facilissimamente quaranta mila Soldati a cagione della sua fertilità, e comodi. Questo però, se si bilanciasse, troverassi meno pesante di tante gabelle, dovute imporsi in occasione di nuove guerre; e se ne può conoscere la verità da’ libri pubblici. Ad esempio del Grand’Ottaviano Augusto doversi stabilire una Cassa di guerra, separata dalle altre, in cui colassero molti fondi d’entrate; e perchè fusse sicura dalla rapacità de’ custodi, doversi vegliare sopra d’essa con pene severe sopra de’ delinquenti.

Di questo tenore procedeva la scrittura, compilata dal Monteccu-