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152 Azioni di Generali

buttò i Gianizzeri, i quali tentavano di superare un fosso, che teneva d’avanti. Avvertito dal Baron Tassi, che non si esponesse così all’aperto: esser egli non soldato, ma Comandante: rispose, prima che abbandonare il posto, darebbe la vita, spaccato in pezzi. Corse esso un gran pericolo, poiché certo Alfiere Turco gli spinse incontro la Lancia, con cui l’avrebbe trapassato, s’egli non avesse sfuggito il colpo, col piegare il Cavallo. Allora, avventossi addosso al nemico, e gli rapì lo Stendardo. Anche i Corazzieri di Sneidau tredici volte ripulsarono i squadroni avversarj. Tanta resistenza diede tempo al Marchese di Baden, salito a cavallo, quantunque infermo, e a’ Colonnelli Kilmansec, e Smid, di raccogliere, e di riordinare i suoi, di riscuoterli dello spavento, e di condurli a nuova carica. La sinistra degli Ausiliarj Tedeschi non aveva patito, ed erasi mantenuta ferma, e costante. Il Conte d’Holac avanzò i battaglioni, tra’ quali i Bavaresi del Nicolai, e ricuperò la Terricciuola Mekendorf. Convenne però darla alle fiamme; poiché i Gianizzeri, ivi annidati, mai non vollero arrendersi; onde convenne distruggerli col fuoco.

Rimessi i fianchi in buona positura, vi rimaneva lo spazio di mezzo, da cui erano fuggiti gl’Ausiliarj dell’Imperio. Il Montecuccoli pregò il Conte di Colignì, a distaccare dal suo corpo alcuni battaglioni, e squadroni, e a spedirli a lui; acciocché tutti uniti ricacciassero di là dal fiume gl’infedeli. Il Colignì rispose, che avrebbe difeso il posto confidatogli, se veniva attaccato. Replicò nuove preghiere il Montecuccoli con grande energia, soggiungendo, questo essere il tempo, in cui il Re Cristianissimo si rendesse benemerito del mondo Cattolico, e la milizia Francese acquistasse gran gloria dopo tante spese, e viaggi fatti, salvando la Cristianità tutta, che con sommi onori farebbe applauso alla loro generosità. Piegato il Colignì, distaccò mille Fanti col Fogliada, e seicento Cavalli col Beavois, i quali con sommo ardore assalirono i Gianizzeri. Ma il Montecuccoli, scorrendo qua, e là come un fulmine, ed accudendo a tutto con somma attenzione e vigilanza, osservò tutti i volontarj Francesi accorsi col Fogliada, per battersi cogl’infedeli con somma generosità; e però trasmise a’ loro fianchi i reggimenti Austriaci del Pio, del Rappac, e dello Spic. Per sei ore si proseguì a combattere, finché la stanchezza persuase il prendere col riposo un poco di vigore. I Turchi però alzavano terra, per trincerarsi nel terreno occupato.

Il Montecuccoli, chiamati a consulta il Colignì, il Baden, l’Holac, il Valdec, ed altri, volle udire i loro consigli1. Due furono i pareri; L’uno di fortificarsi, ove si ritrovavano, e differire la battaglia al giorno seguente dopo il ristoro di una notte. L’altro, di rinnovare la battaglia subito, per ricacciar i nemici di là dal fiume. Il Montecuccoli si protestò di volere, o vincere ben tosto, o morire. Replicò: Iddio ci ajuterà, e influirà coraggio. Maneggiamo i di lui interessi. Sono sei an-

  1. P. Vagner suddetto pag. 165 tomo I.