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e di Soldati Italiani. 151

dia sù quel terreno, disattento in eccesso, nulla s’avvide del lavoro. All’alba del giorno il Montecuccoli erasi portato sù un’altura, per osservare le mosse nemiche. Vide alcuni mila Gianizzeri, e Spay avanzarvi verso la diritta, e ne avvisò il Generale Sporc. Questi passò il Fiume, e diede addosso a molti, che incontrò sparsi qua, e là, col riportarne trecento prigioni, ed altre prede. Tre ore avanti mezzo giorno tre mila Cavalli Ottomanni, presi in groppa i pedoni, passarono il Fiume a certi guadi, e tagliarono a pezzi il Capitano sopradetto co’ suoi. Il Conte di Valdec, che soprastava colà, ordinò al Conte Fugger co’ Tedeschi di Svevia, e con alcuni Bavari, di ripulsare i Nemici. Quelli di Sassonia, e di Franconia a cavallo dovevano sostenerli. il Fugger avanzò troppo presto, sicché lasciò addietro la Cavalleria. I Turchi finsero di fuggire, per condurre i Cristiani sotto i colpi della loro artiglieria, che doveva fulminare di fianco. Quando gli videro concentrati nel sito preteso, il Cannone Turchesco con furiose salve cominciò a battergli da un lato, ed i Gianizzeri, voltata faccia, con orribili clamori gli assalirono di fronte. Colti all’impensata i Tedeschi, e disanimati da orribili terrori, uccisi i Colonnelli, ed altri, che li reggevano, tra’ quali il Conte Fugger, si diedero a fuggire. Ma sopraggiunti dagl’Infedeli, furono in gran parte trucidati. Il Montecuccoli spinse colà il Conte di Nassau con tre reggimenti Cesarei, due di Fanti, e uno di Cavalli. Ma questi pure rincularono, malmenati dagl’Infedeli, e vi rimase ucciso il Colonnello Nassau, lo Smit ferito, e il suo reggimento a cavallo disordinato. Quella mattina una terza parte della Cavalleria Cesarea era andata a foraggio, e benché richiamata co’ soliti avvisi, ritornava lentamente. Lo spavento era cresciuto nel campo a dismisura, massimamente, perché vedevansi passare continuamente nuove schiere avversarie; e già i Gianizzeri eransi impossessati della Terricciuola detta di sopra, ed altri correvano per isvaligiare il bagaglio Cristiano. Tutti però ad alta voce esclamavano: Vittoria, Vittoria1. Fuvi tra’ Capi primarj cert’uno, che col ferro alla mano corse verso del Montecuccoli, gridando, che si suonasse la ritirata; altrimenti niuno sarebbe scampato vivo. Il Montecuccoli, postosi placidamente a ridere, rispose: Come dite, che tutto è perduto quando io non ho né meno sfoderata la spada? Andate al vostro posto, e fate il vostro dovere con intrepidezza, e valore; poiché il tutto anderà bene. Esso poi Montecuccoli prese con lui i tre reggimenti a piedi dello Spar, Tassi, e la Cron Cesarei, con due a Cavallo Lorena, e Sneidau. Con questi scagliatosi addosso ai Turchi, con urto precipitoso prima li fermò, poi li ruppe; Con che diede comodo agli altri, di rimettersi in battaglia. Il Principe Carlo di Lorena pugnando alla testa de’ suoi Corazzieri con insuperabile fortezza; sei volte ri-

  1. P. Vagner Istoria Leopoldi Caesaris tomo I pag. 162.