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e di Soldati Italiani. |
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dia sù quel terreno, disattento in eccesso, nulla s’avvide del lavoro. All’alba del giorno il Montecuccoli erasi portato sù un’altura, per osservare le mosse nemiche. Vide alcuni mila Gianizzeri, e Spay avanzarvi verso la diritta, e ne avvisò il Generale Sporc. Questi passò il Fiume, e diede addosso a molti, che incontrò sparsi qua, e là, col riportarne trecento prigioni, ed altre prede. Tre ore avanti mezzo giorno tre mila Cavalli Ottomanni, presi in groppa i pedoni, passarono il Fiume a certi guadi, e tagliarono a pezzi il Capitano sopradetto co’ suoi. Il Conte di Valdec, che soprastava colà, ordinò al Conte Fugger co’ Tedeschi di Svevia, e con alcuni Bavari, di ripulsare i Nemici. Quelli di Sassonia, e di Franconia a cavallo dovevano sostenerli. il Fugger avanzò troppo presto, sicché lasciò addietro la Cavalleria. I Turchi finsero di fuggire, per condurre i Cristiani sotto i colpi della loro artiglieria, che doveva fulminare di fianco. Quando gli videro concentrati nel sito preteso, il Cannone Turchesco con furiose salve cominciò a battergli da un lato, ed i Gianizzeri, voltata faccia, con orribili clamori gli assalirono di fronte. Colti all’impensata i Tedeschi, e disanimati da orribili terrori, uccisi i Colonnelli, ed altri, che li reggevano, tra’ quali il Conte Fugger, si diedero a fuggire. Ma sopraggiunti dagl’Infedeli, furono in gran parte trucidati. Il Montecuccoli spinse colà il Conte di Nassau con tre reggimenti Cesarei, due di Fanti, e uno di Cavalli. Ma questi pure rincularono, malmenati dagl’Infedeli, e vi rimase ucciso il Colonnello Nassau, lo Smit ferito, e il suo reggimento a cavallo disordinato. Quella mattina una terza parte della Cavalleria Cesarea era andata a foraggio, e benché richiamata co’ soliti avvisi, ritornava lentamente. Lo spavento era cresciuto nel campo a dismisura, massimamente, perché vedevansi passare continuamente nuove schiere avversarie; e già i Gianizzeri eransi impossessati della Terricciuola detta di sopra, ed altri correvano per isvaligiare il bagaglio Cristiano. Tutti però ad alta voce esclamavano: Vittoria, Vittoria1. Fuvi tra’ Capi primarj cert’uno, che col ferro alla mano corse verso del Montecuccoli, gridando, che si suonasse la ritirata; altrimenti niuno sarebbe scampato vivo. Il Montecuccoli, postosi placidamente a ridere, rispose: Come dite, che tutto è perduto quando io non ho né meno sfoderata la spada? Andate al vostro posto, e fate il vostro dovere con intrepidezza, e valore; poiché il tutto anderà bene. Esso poi Montecuccoli prese con lui i tre reggimenti a piedi dello Spar, Tassi, e la Cron Cesarei, con due a Cavallo Lorena, e Sneidau. Con questi scagliatosi addosso ai Turchi, con urto precipitoso prima li fermò, poi li ruppe; Con che diede comodo agli altri, di rimettersi in battaglia. Il Principe Carlo di Lorena pugnando alla testa de’ suoi Corazzieri con insuperabile fortezza; sei volte ri-
- ↑ P. Vagner Istoria Leopoldi Caesaris tomo I pag. 162.