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150 Azioni di Generali

sarei, le altre Soldatesche, mai non avevano combattuto contro tal sorta di nemici, quali erano gli Ottomani.

A’ trenta le armate s’inoltrarono un miglio sopra S. Gotardo. Nel marciare una squadra di Spay passò il fiume. Ma tagliati alcuni a pezzi, gli altri tornarono a dietro. Piantati gli alloggiamenti, il Montecuccoli comandò, che tutti alzassero ripari d’avanti a’ proprj quartieri, per ben munirsi. La trascuratezza d’un Uffiziale, che non ubbidì, cagionò pericolosissima battaglia. Erano i Turchi sessanta mila buoni Soldati senza i Venturieri, Tartari, e le nuove leve. Accampavano su tre Colli, affine di presentare un’apparenza formidabile. I Cristiani erano trentamila, cioè quindici mila Cesarei, sei mila Francesi, e nove mila Ausiliarj Alemanni. Si distendevano lungo il fiume in ordinanza, assai estesa, per non essere assaliti di fianco. Sulla diritta i Cesarei, sulla sinistra i Francesi con quelli di Magonza, di Treviri, di Luneburg, di Neoburg, e di Svezia. Nel centro gli Ausiliarj di Svevia, di Franconia, di Baviera, di Sassonia, di Vestfalia. Alla Fanteria Cesarea comandava il Principe Pio, alla Cavalleria il Principe Palatino di Sulzbac. A’ Francesi i Signori di Colignì, e della Fogliada. Agli Ausiliarj Alemanni il Marchese Leopoldo di Baden, e il Co. di Valdec. Con saggia prudenza regolò il Montecuccoli, che le più forti, e veterane Milizie, quali erano i Cesarei, e i Francesi, si fermassero su i fianchi, ove i pericoli sono maggiori. Quella dell’Imperio come più debole, perchè nove leve, si fermassero nel mezzo. Ordinò, che ogni corpo difendesse il posto assegnatogli; e se l’assalto fosse superiore alle proprie forze, chiedesse ajuto dal corpo vicino, il quale però glielo somministrasse, non già veemente, ma a misura del bisogno, ed in modo che il sito da lui preso non venisse sprovveduto: nè tanti accorressero, che ne seguisse confusione, disordine, o gara. Le rive del Rab dalla parte de’ Turchi erano più alte, e il luogo, dove seguì la battaglia, era favorevolissimo a’ medesimi. Colà il fiume Rab, in vece di scorrere diritto, s’inoltrava verso de’ Turchi con giro tortuoso, e semicircolare, formando una come penisola, lunga un grosso miglio, e larga altrettanto. Ove cominciava a piegare sulla diritta Alemanna s’alzava una Terricciuola di circa trenta Case. Sulla sinistra stava un bosco, che copriva la veduta de’ Nemici. Alla difesa di quelle sponde stavano gli Ausiliarj Alemanni con ordine di trincerarsi. Un Capitano, che guardava il terreno più inoltrato, con somma trascuratezza ommise d’alzar terra; il che fu cagione di perdersi Egli, e molti de’ suoi.

La notte avanti i primi d’Agosto i Turchi circondarono la penisola a’ siti opportuni con tredici Cannoni, che battessero di fianco gli Alemanni1; mentre essi assalirebbono di fronte. Il Capitano di guar-

  1. P. Vagner suddetto tomo primo pag. 160, 161, 162.