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146 Azioni di Generali

dovevano essere preparati dallo Sdrino, e specialmente di sacchi da empiere di terra. Il Conte Strozzi aveva predetto in avanti l’esito infelice di quell’attacco; e malamente era stato indotto a comandarvi. Vi si consumò un milione di Fiorini, e vi perirono de’ buoni Soldati. A’ primi di Giugno dopo un mese fu sciolto l’assedio.

Miglior esito ebbe l’uscita in Campagna del General Susa. A’ primi d’Aprile attaccò Nitria, Città Vescovile. I Turchi si ritirarono nel Castello su un Monte, ove risiede la Cattedrale, e il Palazzo Canonicale. Un mese dopo si rendettero. Di là il Susa passò verso Levenz, dove ebbe l’incontro del Bassà di Buda. tra le angustie de’ Monti si trincierò co’ fianchi coperti dalle eminenze. Poco dopo, mancandogli i viveri, dovette decampare. Sul fiume Grana s’azzuffò co’ Turchi, e dopo un ostinato conflitto li disfece, e costrinse a ritirarsi verso Strigonia. Raccolte le vettovaglie espugnò Levenz, dove avendo inteso, che il Bassà di Buda era stato rinforzato da grosso stuolo di Moldavi, e Valacchi, accampò sul fiume Vago. Quivi ammalò di disenteria, per riaversi dalla quale si trasportò a Nitria. Lo stesso male afflisse una gran parte de’ Soldati di nuova leva. Accresciuto da maggior numero di Soldatesche, si portò al soccorso di Levenz, bravissimamente difeso dal Comandante. Alloggiò sul fiume Grana, ove animate le milizie alla battaglia, dispose l’ordinanza di sette mila Soldati. Al doppio erano i nemici, avidissimi di combattere. La Cavalleria Turcha co’ Valacchi sulla diritta. I Tartari, e i Moldavi sulla sinistra. I Gianizzeri nel centro. Il Conte Enea Caprara con ottocento Corazze, ed altrettanti Ungheri del Cohari incominciò la zuffa. Stette saldo per qualche tempo; ma poi temendo d’essere circondato, ed oppresso dal maggiore stuolo de’ Gianizzeri, e de’ Spay, dovette dar addietro con qualche perdita, e fuga de’ suoi. Il Colonnello Klokio, con un reggimento di Dragoni Brandeburghesi, uscito dal Bosco, attaccati i Gianizzeri, diede comodo al Caprara di rimetter i suoi. Il General Susa accortosi, che a quella parte la mischia era più gagliarda, vi spedì il Reggimento Knins, i Sassoni, e quattro pezzi di Cannoni. Con questo nuovo soccorso il Caprara mise in rotta i Gianizzeri, indi in fuga gli Spay, e Moldavi. Il General Haister, che reggeva la diritta con più facilità disfece i Tartari, e i Moldavi. La strage maggiore fu cagionata dagli Ungheri, che tennero dietro a’ fuggitivi. Il Duca d’Olsazia tagliò a pezzi un Corpo di cinquecento Gianizzeri, ritiratisi in luogo selvoso. Giovò molto il sito preso dal Susa con a’ fianchi un Colle, e un bosco, che impedì a’ nemici l’attorniare i nostri colla moltitudine, e l’urtargli di fianco. Esso Susa alla testa di tutti colla voce, coll’esempio infervorava i Combattenti alla vittoria. Cinquecento mancarono de’ Tedeschi. A sei mila ascese la strage de’ vinti. Il bottino fu grossissimo, e tale Soldato guadagnò il valore di dieci mila Fiorini.