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e di Soldati Italiani. 137

faceva d’uopo, per cominciare le ostilità, le quali aveva destinato d’intraprendere lungo il Danubio; quando all’impensata gli giunse ordine dalla Corte, di trasportare la guerra in Transilvania. Disturbato amaramente dal comando, oppose la riuscita infelice, in cui terminerebbe quell’andata. Dove trovar vettovaglie, apparecchiate nel viaggio. I Paesani alla veduta de’ Tedeschi abbandonerebbono le Case, e rintannerebbonsi ne’ boschi. Doversi que’ Villici riputare altrettanti nemici degli Alemanni. Entrare allora Agosto, che con gli eccessivi calori, e con le seti ardenti infiacchirebbe le Soldatesche. Meglio essere il muoversi lungo il Danubio, che porterebbe il necessario con facilità, e si entrerebbe a vivere in paese nemico. Potersi compensare la perdita del Gran Varadino coll’acquisto di Strigonia, o d’Alba reale. Fugli risposto, che ubbidisse. Appena fatto poco viaggio, il Montecuccoli ricevette avviso dal Keminio, come il Bassà Halì, con armata potente entrato nella Transilvania, faceva strage d’uomini, e minacciava il Paese. Esso essersi ritirato nell’Ungheria. Il Montecuccoli, consegnata la Fanteria al Generale di Baden, colla Cavalleria avanzò a gran giornate. A’ 18 d’Agosto giunse a Zatmar, ivi atteso dal Keminio. Alla fama dell’esercito Cesareo il Bassà Halì si fermò a Nigibania. Il disegno del Montecuccoli era, di combattere il Turco. Ma la Fanteria non giunse se non agli ultimi del mese. Le marcie lunghe per l’Ungheria sono funestissimi a’ Corpi Alemanni nel tempo d’estate, per essere cocente l’aria di giorno, e la notte piuttosto fredda. Doveva alloggiare allo scoperto. Malattie copiose invasero l’esercito, e cagionarono quantità d’infermi, non solo Gregarj, ma Uffiziali anche maggiori, quali erano Baden, Staremberg, Pisec, Fischer. Altri morirono; altri si ritirarono a farsi curare.

Il Palatino Vesselino, nemico acerbo, ma segreto di Cesare aveva promessa l’unione di dieci mila Ungheri; ma non ne capitarono se non cento cinquanta. Pregiudizio pessimo alla guerra presente recava l’antipatia degli Ungheri contra i Tedeschi. Volevano, che questi li difendessero. Ma quando entravano nel loro paese per sostenerli, negavano ad essi il con che vivere. Abbandonate le case, si concentravano ne’ boschi.

Il Montecuccoli stimò bene di fermarsi alcuni giorni, e ristorare l’esercito. Rimessolo in forze, per due differenti strade l’avvicinò a Claudiopoli, dove correva fama, che lo attendessero i Turchi. Ma questi al primo avviso erano retrocessi; dopo che il Bassà Halì aveva dichiarato nuovo Principe della Transilvania Michele Abaffi. Il Turco, prima d’eleggerlo, con iscaltra politica chiamò a consiglio alcuni Primarj di quella Provincia, e gl’interrogò, chi riputassero migliore per il loro governo. I più convennero nell’Abaffi, di stirpe Nobile, di buoni costumi, modesto, e amante di vivere quieto alla