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124 Azioni di Generali

pace può dirsi con più fondamento, esser stata la seguente. Aveva Iddio dotata quella Regina d’ingegno eccellente, pronto a rintracciare la verità, ed insieme ben disposto, ad abbracciare la verità medesima, quando a lei apparisse. Eguale in lei fu il genio allo studio, e all’acquisto delle scienze più sublimi, fra le quali la Teologia, ove tratta le controversie della Fede fra’ Cattolici, e Protestanti. Nel farvi sopra riflessi maturi, illustrata da lume soprannaturale, comprese la verità de’ dogmi Cattolici, e determinò di mettere tutto in opera per poterli abbracciare. Era allora giovine di circa ventun anno, ma virile di cuore, e fortissima di spirito. Affezionatasi alla Religione Romana, comprese i gran mali, che a quella inferivano le di lei armi. Perciò con magnanima costanza volle fermarle per ogni modo, e comporre gli affari della Germania col minor discapito d’essa Religione a misura delle circostanze, che allora correvano1. Quasi nel tempo stesso decretò di lasciare il Regno; ed Ella medesima poco dopo la pace manifestò il pensiero della sua rinuncia al celebre Pietro Canuto, stato molto tempo Ambasciator di Francia in Isvezia. Giacchè comprendeva impossibile il ridurre colà il Cattolichismo, volle absentarsene, e ridursi in provincie, dove potesse liberamente, e solennemente professare quella Fede, che sapeva di certo essere unicamente vera. Al gran passo giudicò necessario, che ben tosto precedesse la pace, come tempo più acconcio ad effettuare la discesa dal Trono, e lo stabilirvi sopra il Principe da lei disegnato. E’ vero, che dovette per alcuni anni prolungare la dimissione della Corona, ma non procrastinò il proporla agli Stati; molto meno differì il chieder dotti Cattolici, che la sincerassero in alcuni sofismi, de’ quali sono pieni i libri de’ Protestanti. Nell’anno 1650 venuto in Stocholm D.Giovan Pinto Pereria Ambasciator Portoghese, la Regina andò osservando, se tra’ Cortigiani del Pinto vi fusse soggetto capace, a cui manifestare con sicurezza di segreto le sue intenzioni, di rendersi Cattolica. In qualità di Segretario eravi occulto un Gesuita, non mai scoperto dagli Svezzesi, il quale maneggiava i negozj in buona lingua latina. Non si sa come, la Regina subodorò, che il Segretario fusse un Gesuita. Il tratto di lui assai modesto, e la lindura della favella latina gliene dovettero dare degli indizj. Ella trovò modo di abboccarsi con lui segretamente. Gli fece più quesiti intorno la Religione Cattolica, e i suoi Misteri. Poi nell’Agosto del 1651 gli scoprì il cuore con queste parole: Voi siete il primo Gesuita, da me conosciuto. Mio pensiero si è di abbracciare la Romana Fede, la quale sola credo vera. Andate a Roma. Manifestate questa mia volontà al vostro Generale. E perchè so, che avete uomini eruditissimi in ogni genere di scienza, ditegli, che mi mandi due Padri dotti in abito mentito. Il finto Segretario era il Padre

  1. Vita di Luigi XIV. Stampata in Venezia pagina 636 tomo primo.