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e di Soldati Italiani. 119

condusse avanti, tragittando l’Enno a Scardigen, e collocandolo a’ 13 Giugno a Vilsofen. Colla prudentissima elezione di questo posto si assicurò il transito del Danubio: venne a’ fianchi del Nemico, al quale inferì notabil danno colle partite della sua Cavalleria. Quivi accampossi in sito molto vantaggioso, e fortificò il Campo con ridotti, con tagliate d’alberi, e di boschi. Anche sul Viltz erano attendati i Svezzesi, e Francesi con avanti un gran bosco, e più oltre un’ampia pianura, che gli divideva dagl’Imperiali. Fuori del Bosco avevano alzato un Forte, e munito di dugento Soldati, che copriva la Guardia di Cavalleria.

Ritornati gli Svezzesi, e i Francesi all’impresa, di trapassare l’Enno, il Piccolomini vi si oppose, distribuendo il grosso della Fanteria, dov’eran guadi, o comodità di passare. Eresse trinceramenti negli altri siti. Per incoraggire gli Uffiziali, dubbiosi dell’esito, ed i Paesani, che concorsero alla difesa, scorreva Egli medesimo lungo le rive, e si dava sempre a vedere ne’ luoghi più esposti, e più pericolosi. Con questa intrepida assistenza rese vani tutti gli attentati de’ Nemici, i quali colle batterie, con barche, con Zattare, ed anche col gittarsi a nuoto si cimentaron più volte al travalicamento dell’Enno, particolarmente a Vasserburg, e a Niuldorf, d’onde furono sempre ributtati con danno. L’Imperatore, allora dimorante in Lintz, vide più volte venire a galla per la corrente dell’acqua uomini, e Cavalli nemici, annegati nell’Enno, indi trascorsi nel Danubio. Con tale prosperità incamminato l’affare, il Piccolomini spedì alla Corte il Co. Raimondo Montecuccoli per rinforzi di gente, denaro, ed attrezzi militari, e ne riportò qualche parte. Ad esempio di Cesare l’Elettor di Baviera pose in migliore stato il suo Esercito.

Svanito il tentativo, di valicar l’Enno, eransi i nemici ritirati ad Eghelfort, e a Pfarkirchen. In queste pendenze il Piccolomini propose un disegno molto generoso1, ed era di passarsene all’improvviso, e con celerità alle spalle del nemico, prevalendosi di Landsut, presidiato da’ suoi. Con l’ostentazione di questo ardito progetto sperava d’imprimer timore ne’ nemici, togliere la comunicazione colle altre genti loro, lasciate a Rain, difficoltare loro le condotte delle provvisioni, e fors’anche obbligarli a battaglie svantaggiose, o ad una ritirata precipitosa, col lasciare addietro artiglierie, e bagagli per al qualità delle strade, rese cattivissime dalle pioggie continue. Comunicò il pensiero all’Elettor di Baviera, il quale non volle mai prestarvi il consentimento, non ostante l’evidente, e notabile sua utilità. Allegava per iscusa, che nel mentre si sarebbe trascorso alle spalle de’ nemici, questi avrebbero potuto coglier destro, per trapassar l’Enno. Immaginazione falsissima; poichè tutto il lido opposto era guernito di for-

  1. Mercurio medesimo nel tomo 13. Si trova tutto il qui scritto.