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118 Azioni di Generali

to preteso sei anni fa, come si disse, al proprio servigio dal Re Cattolico per la Ducea d’Amalfi nel Regno di Napoli, conferitagli da quel Monarca. Giunto in Ispagna fu ricevuto tanto da quel Monarca con dimostrazioni abbondantissime di benevolenza, quanto da tutta la Corte con istraordinarj onori. Fu decorato dell’ordine del Toson d’oro, e provveduto d’altri nobilissimi stipendj. Poi spedito ne’ Paesi Bassi Cattolici con ampia autorità sopra le Soldatesche Austriache. Per mare tra gravissimi pericoli giunse nella Fiandra in congiuntura, che quelle Provincie erano fieramente assalite dalle armi di Francia, e dell’Ollanda. Colà ritrovò ostacoli, per assumere il comando, che gli era stato appoggiato. V’erano nell’Esercito Spagnuolo Capi Castigliani, Fiaminghi, Alemanni, Lorenesi. I nativi di Spagna, gran Signori, trovavano difficoltà, a soggettarsi ad un Italiano. Tutte le Istorie parlano, come nelle armate Cattoliche, tanto qui, come nella Catalogna, e in Italia l’emulazioni, e le dissensioni tra’ Generali pregiudicarono assaissimo agl’interessi di quella Monarchia. A. D. Ottavio fu tenuto in sospeso per qualche tempo l’assumere il comando. Presolo, non trovò nè corrispondenza d’autorità sopra gli altri Uffiziali, nè facoltà di disporre delle truppe Lorenesi a misura del bisogno, nè intero possesso di quelle facoltà, che gli davano le patenti regie; con tutto ciò operò sempre con attività indefessa quanto gli veniva permesso. Leggo nelle Istorie Francesi nominata sovente la di lui persona, come applicata infaticabilmente, nel fra porre ostacoli agli avanzamenti, che gli Eserciti del Re Cristianissimo conseguivano con l’acquisto di Piazze. Il Re Filippo Quarto, ragguagliato delle discordie, che regnavano fra’ suoi Generali con gravissimo nocumento a’ proprj affari, giudicò che la presenza d’un Principe Austriaco avrebbe ridotti tutti alla sommissione, e all’ubbidienza. V’invitò l’Arciduca Leopoldo, il quale acconsentì, e si mise in possesso di quel governo. Allora il Piccolomini ebbe la libertà, di ritornare alla Corte Cesarea. L’Imperatore ben tosto, senza frappor indugio, lo indirizzò alla soprantendenza delle proprie truppe.

Entrato il Giugno, D. Ottavio arrivò all’esercito, che vide scemato di molto, e discoraggito fuor di modo per le perdite rilevate. Accampava dietro al fiume Enno, per ricoprire il rimanente della Baviera, l’Austria, e gli altri Stati Ereditarj di Cesare. Trovo, che l’Elettor di Baviera vecchio di settantaotto anni erasi ricoverato colla Moglie, Figliuoli, ed arredi migliori nell’Arcivescovado di Salsburg.

La presenza del Piccolomini influì gran coraggio in quelle squadre1, per avanti abbattute dal timore, e seco ricondusse la buona fortuna. Adequò Egli la espettazione universale de’ suoi; poichè in vece di dare addietro coll’Esercito, com’erasi praticato sino allora, subito lo

  1. Mercurio Istorico di D. Vittorio Siri, Istoriografo di Francia tomo 13.