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e di Soldati Italiani. 105

so ne risultarono danni gravissimi agli Stati del Bavaro medesimo, e all’esercito da lui governato, ne uscì in querele, che sconcertarono assaissimo i comuni affari. Il Bavaro s’era lusingato, che il Turena Capo de’ Francesi passasse a militare sul Lucemburgese ne’ Paesi bassi Spagnuoli; e in fatti quel Generale ricevette ordini pressantissimi dalla Corte di Francia di andarsene colà. Ma avendo poi inteso, che l’Urangel si trovava ristretto, affamato, e in pericolo d’esser respinto addietro malamente, con perdere molto paese; allora il Turena, senza attendere mutazione di comandi, scrisse alla Corte, come aveva giudicato necessario agl’interessi della Corona Francese, il camminare speditamente al soccorso degli Svezzesi, angustiati, e disimpegnarli dalle fastidiose contingenze, nelle quali erano inviluppati. Lasciò molta Fanteria nelle vicinanze di Magonza; e colla Cavalleria praticando un lungo giro intraprese marcia disastrosissima. Passò la Mosella ad un guado. Traversò l’Elettorato di Colonia sino a Rimberg. Chiese permissione agli Ollandesi, di valicare il Reno a Vesel, piazza allora sotto il dominio di quello Stato. La Guarnigione negò di concedergli il passo. Ma la fortuna, a lui propizia, dispose, che colà rinvenisse un Ambasciatore del suo Re, che a forza d’istanze gliene ottenne la facoltà. Alla metà di Luglio trapassò di là dal Reno. Per la Contea della Marca, secondando il fiume Lippa, giunse alla Capitale di quella Signoria; di là piegando a diritta, trascorse tutta la Vestfalia, e dopo altri ventisei giorni di rapido, e penosissimo viaggio si congiunse all’Urangel, trincerato sul fiume Lonh tra Vetzlar, e Giessen.

Gli Svezzesi accolsero con sommo giubilo, ed applauso il Turena, e lo colmarono di ampie lodi, ben meritate per la corsa fatta con tanto ingegno, e prosperità a loro sollievo. La notizia del di lui arrivo persuase gl’Imperiali, a ricoverarsi sotto Fridberg, ove cinsero con ripari il loro campo. I Confederati Francesi, e Svezzesi s’avanzarono sul fiume Meno a poche leghe da Magonza; d’onde il Turena richiamò a sè la Fanteria, lasciata in que’ contorni. Con questa congiunzione l’esercito combinato di Francia, e di Svezia, divenuto superiore, entrò nella Franconia, e nella Svevia donde riportò grossissimi bottini. Di là si fece largo nella Baviera; ove, espugnato Rain, assediò Augusta, presidiata dal Bavaro, e vi cominciò gli approcci. Ma all’arrivo dell’Arciduca coll’armata Imperiale, l’Urangel, non potuto accordarsi col Turena intorno alla guarnigione, da introdursi in quella piazza, se veniva espugnata, volle, che si lasciasse l’attacco, e si applicasse a ricavare grossissime contribuzioni da’ paesi circonvicini colle scorse che fece, e principalmente nella Baviera sino alle porte di Monaco.

Tra l’Arciduca Leopoldo, e l’Elettore erano cresciute le amarezze: pretendendo questi, che i suoi Stati non fossero stati coperti dalle invasioni nemiche, come dovevasi, e che i Capi Imperiali non sapessero il mestiere di ben maneggiare la guerra, come conveniva loro. Ris-