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Libro Quarto. 65


Fondò vicino al Fiume Eno il terzo Monasterio de Canonici Regolari, detto Suben, Diocese Panviense, ritornato dal Santissimo Sepolcro Gierusalemme, ove peregrino era andato, alla patria; finalmente già di matura età, & debilitato per la longa navigatione il giorno della Resuretione di nostro Sig. li 25. Marzo, diede lo spirito al Signore l’Anno 1030. [Arnoldo Vesc. 68. Heberhardo Ves. 69.] Fù invece di questo assonto al Vescovato Arnoldo, poi Heberhardo, in quest’età nacque rissa fra gli huomini di Rendena, & quelli della Pieve di Blez, si fecero contrasti frequenti, considerabili, più per reciprochi odij, [Discordia frà quelli di Blez e Rendenesi.]che per le loro forze, premeva à Blezziani inferiori di forze, gli fosse stato à torto, & contra il dovere levato da Rendenesi Bablino, Monte così chiamato, quali per esser più potenti fecero forza, & violenza in occuparlo, la causa fù ridotta, & portata al Vescovo, venne il Prelato al luogo della differenza, commandò, che gli fossero mostrari li confini delle pretensioni loro, poi con ogni diligenza sentite le raggioni, dall’una & l’altra parte addutte giudicò la causa tanto dubiosa, che parevagli de iure impoissibile dar certa, & giusta sentenza.

Conobbe in oltre il Vescovo machinarsi cose più pericolose d’ambe le parti, di quello, che mostravano nell’esterno. Henrico Giudice s’accorse de loro pensieri, s’avidde che quelli dubij de confini, stavano in procinto di partorire ammazzamenti, che minaciavano di terminar la lite con l’armi, che non era per valer altro giudice humano, ne Divino che il ferro, disse peciò apertamente doversi (come il giusto richiedeva) d’ambi le parti addur le raggioni, & finir le loro controversie con parole; s’affaticò quanto puotè per sedar gli animi turbati, ma tutto senza frutto, non puotè mai interompergli d’una tanta rabia, ne oprar restassero acquietate le parti, ultimando le pretensioni delli uni, e delli altri con raggioni, o non puotero, o non volsero aquierarsi a simili partiti. Per non correre pericolo di contrasto forensa, ò bellico, qual potesse suscitare l’armi Civili, al che pur troppo parevano proclivi gli animi: Horsù (disse) già che sere risoluti, & havete fermato il pensiero decidere questa vostra litte con l’armi, non con le leggi, inventate qualche modo, & via d’effettuare questa vostra ostinata determinatione senza molto danno, & sangue, in cui chi resterà superiore, ne restarà vincitore, & havrà dal suo canto la sentenza favorevole. S’ellegino due huomini, uno per parte de più forti, robusti, & arditi, qual combatino, ciascumo respetivamente per la sua parte, Dio sarà testimonio della verità, là sarà la raggio-