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48 Delle Croniche di Trento

sto (cosi vien fedelmente da sacri Scrittori lasciato à memoria de posteri) portare in Cielo dalli Angeli in giorno sereno, à piena luce, le loro anime Beate. Si conturbò Vigilio per la perdita di Compagni di tanto valore, di Soldati di tanta bravura, gli premeva fortemente che havesse perso la Chiesa Trentina si generosi Campioni di diffensori tanto intrepidi, si lagnava quelle sue infide pecorelle dovessero precipitosamente cascare in bocca à Lupi infernali: Perloche senza dimora s’accinse à quell’impresa, tolto seco il prorio Diacono volse cimentar le sue forze à fronte di si pericolosa battaglia, andò à quelle parti con animo risoluto di condure à Dio quella fiera gente, vinta dalla virtù della verità Evangelica, ò di lasciarvi (il che somamente desiderava) frà tormenti & fiame la vita in difesa della Christiana legge.

[Vigilio và alla volta di Val di Non.] Non sentivano bene gli Cittadini questa sua andata, affaticandosi rimoverlo da tal proponimento, col supplicarlo etiandio acciò mutasse pensiero, dovendo riuscir il tutto senza frutto; non curò preghiere, non riguardò lacrime, ma guidato dal spirito, di cui tutto avampava, si condusse ne pericoli, alla battaglia. Gionto ad un certo tal precipitoso torrente di quella Valle detto Rivaseco, ò Rivo di San Pietro, Andiamo disse il Santo a piedi scalzi à questa gente ignuda. [Vigilio converte alla fede li Nonesi.] Varcato che hebbero il torrente, sparsa la fama del suo arrivo, concorsero d’ogni parte moltitudine di gente, da quale fù ricevuto con ogni rustica amorevolezza, comosse grandemente quel popolo quando publicamente, & avanti tutti predicò doversi precipitare per Monti, & Cengi gli Altari de Demonij loro Dei, pur mentre l’ascoltavano predicare, pieno di spirito Divino, furon anch'essi accesi di quello, si che amolitta la loro pertinacia tutti si ridussero al vero Dio. Convertiti ch’hebbe il Santo Pontefice tutta la natione di quella Vale, condusse seco à Trento le reliquie de Martiri. Sisinio, e suoi compagni, parte de quali donò a Simpliciano, Vescovo di Milan, successore di S. Ambrogio, quali ricevè, con grand’ honore, & riverenza, collocandole in honorevole sepolcro à tal effetto da lui edificato. [Romedio huomo santissimo.] In questo mentre stando Vigilio sollecito, & vigilante nelle cose spetanti alla Christiana fede, Romedio huomo della nobil schiatta de Thauri, devoto, & grato à Dio, facendo ritorno da Roma, ove era andato in pelegrinaggio con Abraham, & Davide, compagni delle sue fatiche, consegnò al Santo Pontefice oltre milla huomini, quali esso haveva convertiti alla Christiana Fede, alcuni poderi aquistati alla Chiesa. Andò poi con gli suoi nella Villa qual habbiam detto