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Libro Decimoquarto. | 395 |
poi partito essamini le cose vedute, maggiormente frà te stesso non sai à bastanza maravigliarti.
Il medemo Carlo Imperatore, è Ferdinando Re de Romani, suo fratello, essendosi compiaciuti di veder quel luogo, & honorar con la loro presenza il Clesio, non sapevano da qual parte havessero potuto esser ricevuti con loro maggiore honore. Si vedono in altri appartamenti, mense per la materia, & arteficio celebri, con tapeti di lunga tirata distesi, ò con panni di seta di tessitura, e colori varij coperte.
Sopra ogni cosa rende mirabile quel Prencipe, e lo dimostra d’animo più che ordinario: ciò che nella spatiosa Sala, parte del Palazzo, fù fabricato, ove il pavimento, terrazzo, cima, soffitto, & tutto il solaro, che alto soprasta, sono coperti de panni d’oro, & ricchi apparati, oltre ogni credenza adorni. Sapiente è colui, che penetra, le richezze accumularsi per queste cose. Si devono desiderare per due rispetti, per donare, e per edificare. E perche l’uno, e l’altro s’aspetta ad animo generoso; tanto stimò suo debito il Trentino, altrimente inclinato alli edificij, & al donare. Non volse mai ciò che giudicava eggregio, & eccellente, fusse alieno dalla sua persona. [Piacevolezza, e benignità del Clesio.] Sovente, e convitò, nel proprio alloggio, & accolse persone grandi, e Prencipi di consideratione. Mai lasciò partire alcuno degno di beneficij, senza essere da lui con grandi doni honorato. E cosa à tutti notoria: dovevasi perciò fabricare casa, qual manifestasse la grandeza, e dignità del Prencipe, & in cui si potesse honorevolmente ricevere forastieri di portata. La casa spatiosa, quando non sij habitata rende disohonore.
Havendo dunque il Trentino, Prelato di animo si alto, & d’ingegno si ellevato ridotta la fabrica, à stato tale, che soddisfaceva al suo desiderio, alloggiò in quella, & accolse tutti gli Prencipi forastieri, che à questa volta venivano, gli Legati, e tutti gli soggetti più degni, e di gran nobiltà, di modo che niun Primato passò, o fosse di natione Thedesca, o Italiana ò di qual si voglia altra, per l’alpi Trentine, che non facesse capo, & albergasse, coll’essere trattato alla grande, in quel superbo Palazzo, di modo, che quasi sempre era ripieno d’hospiti forastieri. Ne fù cosa disdicevole à quel liberalissimo Prencipe, fabricar alli forastieri casa tale, qual per l’ampiezza, e bellezza, e magnificenza contrastasse conle Ville Lucullane.
Costa dal giuditio delli stessi alieni, quanto sij bella, ornata, è