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14 | Delle Croniche di Trento |
di buono poter uguagliare il detrimento ne patirebbe la sua integrità, la sua giustitia, l’animo suo Reale, fu talmente combatuto dalle lacrime della moglie, sollicitato da consigli de suoi intimi, persuaso dalle ragioni del Diacono, che si rimesse, piegò il suo parere, abbracciò il partito savio, & argutamente inventato.
[Un Diacono conparisce sotto habito reggio in guerra.] All’hora il Diacono presa la lancia nella destra, il scudo nella sinistra tutto armato si mise in sella, risplendente delle reggie insegne, fece mostra di se stesso come di Re, con una girata d’occhio, spiò come le squadre stavano preparate, le mosse di luogo, vien seguito da Longobardi creduto Re. Poi commandato l’Esercito al conflitto, spiegate le bandiere, dando li tamburi, & trombe segno all’arma. Il Diacono spronato il Cavallo assalì l’inimico. Non manco audace Alachio visto da lungi l’ornamenro reggio, con gridi strepitosi che arrivavano alle stelle invase l’unito Esercito; si mescolano assieme, valorosamente combatono, impiegano ambi gli Eserciti tutte le lor forze, tutti aspirano alla vittoria. Arabia d’ira Alachio, prende sempre dall’ira maggior animo, passa per l’Esercito nemico, si fa strada con la spada, arriva ove combate il Diacono, credutolo Re, l’andava ferendo con la mazza, & [Il Diacono ucciso in Battaglia.] raddopiando gli colpi finalmente lo battè da cavallo, caduto & steso in terra gli passò con la spada la gola, si pensò haver ucciso il Re, tutto pieno d’allegrezza commanda gli sij levata la testa, sij posta alla cima d’una Picca, sij portata per tutto l’Esercito in segno della vittoria.
Credevano dall’altra parte gli Longobardi haver perso in battaglia il loro Re, cominciavano a ritirarsi, ma spogliato il Diacono dell’armi, & ornamenti reggi si scoprì l’ingano, conobbe ogn’uno non esse il Re, & per parlar in lingua de nostri tempi apparve il capo tosato, la corona Clericale, che lo dichiaravano Religioso. Se Alachio vedutosi burlato andasse in colera, avampasse d’ira, se à guisa d’offeso Leone rugisse, arrabiasse, batesse de piedi, bestemiasse le Stelle, facilmente lo comprenderà chi ha di sopra letta la di lui bestial natura; si fece sentire per tutto l’Esercito per tutto gridava compagni miei di guerra, nulla habbiamo fatto, siamo scherniti, in luogo del Re habbiamo atterrato un huomo vergognoso, un huomo senza forze. Dunque con tanti apparati d’huomini d’armi, & d’altre cose neccessarie siamo con tanto nostro pericolo venuti in battaglia, per vincere un Zago un Chierigo malvagio, un Prete lascivo, un Prete che con tanta temerità ci andava provocando. Un Chierico infame ne hà gabato? Dei del