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Libro Decimoquarto. | 381 |
verse parti per procacciare speditamente frumenti, il tutto però con estrema scarsezza.
Gli Capitani Fiamenghi (il che più del rimanente l’angustiava) à quali haveva datto ordini espressi d’attacar l’inimico alla schena, essersi avanzati poco, havendo egli, e tutto l’Esercito conceputo speranza, che dovessero, ad onta del nemico, penetrare per mezzo la Francia, è condursi al Fiume Rodano.
Gli Francesi, che da per sè solevano provocar l’inimico à conflitti, hora fuori della lor natura ricusare di combattere, non restandogli hoggimai più commodità di venir à giornata, il tutto esser riuscito al peggio, parendo, che le stelle combattessero le stelle con la virtù, esser loro prolongata, non già levata dalle mani la vittoria, haver il Re Francese schivata la stragge per quella volta, abenche non assolutamente per essersi differita ma non fugita, dandogli l’Animo quando la staggione permesso l’havesse, al dispetto della fortuna di potere rovinar quel Regno: mà di già gli Fiumi, che rotando dall’Alpi, precipitosi calavano, in modo vedeva ingrossirsi, che la copia dell’acque non capiva frà gli loro vasi, e per la continuatione delle gran piogge era impossibile gli Soldati stassero in Campagna, onde parendogli haver presa la guerra con gli superi, à quali, & alla necessità, con cui stoltamente si contrasta, devesi à tempo cedere, stimò bene fugire le stratageme humane con la prudenza, e maturi consigli, impossibile scapare quanto da Dio vien disposto.
Da queste dunque, & altre cause Cesare fù costretto, ritornar in Italia, e riservar l’armi à maggior opportunità.
Commandò dunque si battesse la ritiratta. [Cesare ritorna nel Genovesato.] Et avanti più incrudelisce la stagione invernale, & il Mare dalle innondationi de Fiumi più oltre si diffondesse per l’Alpi maritime, si ridusse dietro al Genovesato, ne però hebbe tutte le disgratie, perche ritornò di Provenza sano, è salvo col rimanente dell’Esercito, & à pena s’era partito da confini Francesi, che le campagne per gli gran diluvij tutte innondate nuotavano. Parve che Cesare sforzato dal supremo mottore havesse quella volta perdonato al nemico. Queste, & altre cause constrinsero Cesare, à lasciar quell’impresa.
All’incontro Francesco potentissimo Re di Francia, che mai volse combattere, fù stimato, ricusando gli conflitti, haver prosperamente combatutto.
Mentre in Francia si faceva guerra, il Clesio recuperate alquan-