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380 | Delle Croniche di Trento |
frà le mura, serrate le porte, s’osservava essato silentio, stupidi, & attoniti di tal novità, per non dir miracolo, ritornavano indietro, disperata l’occasione di venir à battaglia. Non mancarono però molt’altre volte mostrarsi desiderosi di combattere.
Mossero per tal effetto l’Esercito di luogo, condussero più volte la Cavalleria fuori dell’Esercito, infestando, e scorrendo il Paese, piangendo frà tanto gli paesani frà le mura la lor disgratia; Stettero sovente per dar commodità, & occasione al nemico di venir à giornata gli giorni intieri digiuni, è lassi nel campo, ò pianura, che giaceva avanti gli squadroni, ma non riuscendo loro, quanto pretendevano, ritornavano al Fiume Rodano.
E per tirar al bramato cimento l’armata Francese, che alloggiava, e se ne stava dall’altra riva del Fiume, hor gli provocavano con strepiti militari, hor cercavano il guado del Fiume, se per aventura per qualche parte, ove era manco profondo havessero con la Cavalleria potuto à nuoto passarlo; Ma gli Francesi, che sapevano gli ordini Reggij, non mai affrontarono l’inimico, ne sfidati giamai s’arrischiarono venir alle mani. Cosa che sommamente cruciava l’Imperatore, scorgendo il tempo frustatoriamente speso, oltre ciò levatagli ogni speranza, e commodità di combattere.
In Fiandra parimente, gli Capitani, che di suo ordine dovevano condurre l’armata di quella natione contro Francesi, facevano altrimente da quello, che esso haveva commandato, perciò ondeggiava in un Mare di pensieri raggirava per la mente infinite cose.
Considerava il Rodano Fiume rapidissimo, e precipitoso, nel cui fondo dal gran impeto dell’onde vengon continuamente ruotatte grosse pietre, impossibile à passarsi à guado, difficilissimo, e pericolosissimo fabricarvi sopra un Ponte, l’altra riva rovinosa, consumata, e senza strada, & la salita difficile, qual anco se si superasse, & se ne uscisse con salvamento, restarebbe solo il poter (cosa più dell’altre pericolosa) scorrere le campagne desolate, & dalli Agricoltori abbandonate, condotto il buono, & il migliore nelle Città più forti, e ben munite. L’inverno esser vicino, quando havesse voluto attacare, & assediare Fortezze correva pericolo, che gli soldati congelati dal fredo morissero. S’aggiungeva gli gravi patimenti de viveri, disaggi, che accopiati con altri erano stati cagione, per la quale buona parte del suo Esercito era mancata, è morta. Et ancorche fossero ordini in Italia di somministrargli giornalmente vettovaglie, & havesse spediti molti in di-