Questa pagina è stata trascritta e formattata, ma deve essere riletta. |
372 | Delle Croniche di Trento |
ta la codardia, è pigritia d’altri Capitani. Ovunque piegasse era acclamato con straordinarij applausi, & gridi, l’acclamationi contenevano, che egli era benemerito di tutta la Christianità, dattore di salute, destruttore de perfidi, e malvaggi Corsari, non altri, che lui al Mondo esser degno del nome Cesareo, gli auguravano gli anni Nestorij, purce vivi (dicevano) per molti secoli siamo salvi, è sicuri da qual si voglia barbarico, e nemico insulto, purche egli e la progenie che di lui nascerà renghi in perpetuo l’Imperial scetro, non havremo mai più di che temere, saremo in sicuro.
Frà questi applausi, & acclamationi s’andava avicinando à Paulo Terzo Sommo Pontefice, qual alla prima entrata della Chiesa, con gli sodetti quattro Cardinali alli latti, sopra d’un alto palco fabricato, opportuno per tal effetto, in Pontificali ornamenti, maestoso apparve per essere da tutti veduto. Colà gionto l’Imperatore, desideroso lasciar di se à posteri memorabile esempio d’obedienza alla Santa Sede Apostolica, smontò da Cavallo, per piegarsi a bacciar gli piedi di S Santità: Non però sopportò il sapientissimo Pontefice, che si preclaro, è segnalato vincitore stasse prostrato à piedi della Chiesa, qual col suo valore l’havea essendo quasi in terra oppressa, da nemici sollevata, e diffesa, ma havendolo amichevolmente bacciato, & frà gli paterni amplesi accolto, lo ricevè con ogni demostrazione, dando in cotal guisa ad’intendere, che quel Christianissimo Imperatore, che con tatti si eggregij, à prò della Religion Christiana havea più che à bastanza dimostrata la sua volontà, & affetto, era degno d’essere nel seno di quella ristretto. Poi presolo per la mano, lo condusse nella Chiesa di S. Pietro, dalla quale derivano gli veri ritti, e cerimonie Ecclesiastiche. Ove con solenni voti sparse preghiera à Dio, & avanti l’Altare, pregato il supremo Signore per la salute dell’Imperatore, & conservatione della Romana Chiesa, resero à Dio, è Santi suoi gli dovuti honori. Diede indi à tutti gli assistenti la sua Pontificia beneditione, vocabulo molto usitato da sacri Scrittori.
Compite con ogni solennità coteste cose, andarono assieme al Palazzo, & ivi per alcuni giorni furon trattenuti da lunghi, e difficili discorsi.
[Il Trentino si parte dalla Città, per andare alla presenza del Re.] Il Trentino esequite l’Ambasciarie, & esposto quanto haveva d’ordine del Re al Papa, & all’Imperatore, si partì di Roma, attendendolo con gran desiderio Ferdinando. Haveva già determinato, essendo cotanto dal Re honorato, & con tanti beneficij