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Libro Decimoterzo. 371

re, subito à volo di Cavallo portassero la nuova alla Città, acciò in tempo potessero uscirli in contra.

All’hora gli Cardinali Tranese, e Sanseverino, eletti à quest’officio in Concistoro, portatisi sino alli confini del Territorio, e distretto Romano, incontrarono lui, conforme all’appontato, l’Imperatore, ove à nome del Sommo Pontefice, & di tutto il Sacro Collegio, con ogni riverenza l’accolsero, & honorato quanto puotero, lo condussero à San Paulo, Chiesa posta in un Borgo, ove si contentò per nottare, acciò in questo mentre con maggior commodità si potessero fargli apparati, per riceverlo nella Città.

Erano gli Romani tutti snelli, & le opere inventate à diversi spettacoli con ogni fretta, e diligenza si riducevano à perfetione. Molti, à quali assai rincresceva l’aspettare, ancorche si fosse sparsa fama, che il giorno seguente sarebbe giunto, impatienti ad ogni modo si spargevano per le porte, tanto desideravano di vederlo.

Stimò la Città di Roma; quella volta d’haver con l’arrivo di Carlo, nella Città di Roma recuperata la pristina Maestà, decoro, e richezze. Il seguente giorno, accompagnato Cesare salli stessi legati, circa le sedeci hore si portò avanti sino alla Chiesa di San Sebastiano, ove uscirono tutti gli Cardinali, eccetuati soli quattro, quali restarono all’assistenza del Papa, ad incontrarlo, fù Cesare tolto in mezzo delli due Cardinali Senese, e Tranese, seguendolo con bel ordine gli altri: andavano avanti gran caterve de soldati, d’armi, è vestiti ben adobbati, seguivano poi gli famigliari del Prencipe di singulare, & mirabile magnificenza adorni, frà questi sopra superbo Cavallo, quasi trionfante, fece la sua entrata nella Città per la Porta di San Sebastiano.

Di già era convenuto al primo adito della Porta con le cose Sacre di quella Città tutto il Clero. Ove Capisuce, Vescovo di Nicastro diede la S. Croce da bacciare all’Imperatore, nello stesso entrare dalla Porta, qual baciata con ogni riverenza, & fatte l’altre cerimonie da farsi, continuato il viaggio sotto gli archi trionfali di Costantino, Vespasiano, & Settimo Imperatori, lasciando à dietro il Capitolio, & il Palazzo di S. Marco, pervene nel Campo florio, e d’indi per il Ponte di Sant’Angelo à drittura nella Piazza di San Pietro.

Il popolo era in modo per le contrade disseminato, che à pena lasciava scarso spatio alli passaggieri, tutti amiravano Cesare, mà più delli altri huomini di guerra, quali sapevano le gran vittorie, ed imprese da lui fatte in diverse battaglie, & assieme esper-