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370 Delle Croniche di Trento


Si che auttore Paolo Terzo, Sommo Pontefice, à giudicio del Trentino, & altri della sua opinione, fù fatto quel santo decreto, qual poi fù per ordine publicato per tutte le parti della Christianità, di far il Concilio. [Il Concilio, destinato nella Città di Mantova.] Poco dappoi furon spediti Ambasciatori, o Commissarij Apostolici, quali publicassero il general Concilio, per decreto salutare del Romano Pontefice, e Cardinali l’anno 1537. il Mese di Maggio, affine di levar l’Heresie, è confirmare la fede Catolica, da celebrarsi in Mantova, con consenso & intervento de molti Prencipi Christiani. Le quali cose santamente, conforme al divin volere, condotte à fine, essendo incerta la nuova dell’Imperatore, partì per Napoli il Trentino gli 29. Febraro, nel qual viaggio provò molti disaggij, principalmente per la gran penuria delle cose necessarie.

Intesa dall’Imperatore la venuta del Trentino, commandò fosse incontrato, & ricevuto con publica pompa: lo predicava publicamente degno d’estraordinarij honori, si per le cose operate, e sostenute constantemente, per la Republica di Christo, come per la fedele, & diligente servitù, che sempre usata haveva in tutti gli tempi, & in ogni occorenza, dopò che fù chiamato in Corte, à se, & al fratello, non essendosi per qualsivoglia fatica, ò gravi pericoli distornato dalli negotij publici.

Avisato il buon Prelato della volontà dell’Imperatore, pertinacemente recusò un tal honore, & si pomposo apparato, allegando non esser cosa convenevole, che à se, come minimo della Augustissima Casa d’Austria, si facesse tanto honore dalla Maestà Cesarea.

Quindi contento della sola sua commitiva volse, per non esser trattato d’ambitioso, ò per non provocarsi l’invidia de molti, far con quella l’entrata nella Città. Il giorno seguente il suo arrivo, andò all’audienza di Cesare, e fù da lui con faccia allegra, e con lieto sembiante accolto, à cui con oratione tanto prudente, & opportuna espose gli ordini del Re, che ottenne quanto quello desiderava. [Con che apparato debbasi ricevere la Maestà dell'Imperatore] Doppo haver con ogni essatezza finita l’Ambasciata con l’Imperatore, ritornò à Roma, in spatio di cinque giorni compiti, ove subito trattò col Sommo Pontefice, e Sacro Collegio de Cardinali con qual apparato, condecente alla Maestà Cesarea, s’havesse da ricevere l’Imperatore, che in breve era per venire à quella volta. Stabilite con ogni decoro queste cose, gionse nova haver hormai Cesare fatta più della metà del viaggio: eransi destinati messi, quali, quando havessero inteso l’arrivo di Cesa-