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368 | Delle Croniche di Trento |
teressi toccanti la compositione del Regno d’Ongaria. Per questo medemo negotio furono mandati all’Imperatore, come ad arbitro, Ambasciatori da Giovanni Vaivoda, acciò giudicasse quanto havesse stimato giusto, perche à lui solo comprometteva la causa del Regno, pronto ad eseguire quanto dall’Imperatore fosse stato determinato.
Dunque perche queste cause tenevano non poco inquieto, e solecito l’animo del Re, & assieme lo spronavano ad invigilare intorno le cose sue commise al Clesio, che senza dimora intraprendesse la carica, ma questo sentendosi per le continue occupationi mancar le forze, & in età di darsi più al riposo, che alle fatiche, à sollevar l’animo, che tenerlo occupato: & hoggimai oppresso, da lunge, & incesabili fatiche desiderava ritirarsi, & darsi alli studij, quali nelli prosperi successi apportano diletto, nelli aversi ristorano, e stabiliscono la mente.
L’istessa causa, indusse il Clesio à pigliar sopra di se cotal fatiche, che altre volte lo spinse in servitio del Re ad espore la vita all’ultimo pericolo. Stimava necessario sostenere qual si voglia viaggio, e disaggio in servitio della Real Maestà, à cui più desiderava manifestarsi con effetti, che con tessiture di bei detti. Sperava però, che ne il Re, sarebbe lungo tempo visuto in tante contrarietà, & affatti, nè egli medemo in tante occupationi, è fatiche.
L’istesso tempo, gli pareri volubili, che giornalmente si muttano, l’invitto valore de due gran Prencipi, fratelli, havrebbon di giorno in giorno, sempre più agevolate le difficoltà. [Il Trentino s'invia varso Roma Oratore di Cesare] Mentre radolcito dalla speranza, ruminava queste cose, parti di Viena gli 20. Decembre 1535 & in fretta, in quel tempo invernale passando per crudi giacci, ne più acuti fredi d’inverno, gionse con frettoloso passo à Trento. Di dove dati pria gli debiti ordini, & accomodate le cose famigliari, con pomposa commitiva de Cavallieri in fretta lasso però, e dal viaggio infievolito, entrò in Roma, ove fù dalli amici con ogni honorevolezza accolto. Era assai stimato da Romani, & tanto lo reputavano, che publicamente testificavano il Trentino essere benemerito di tutti gli buoni, perche obligava con cortesissimi beneficij gli meritevoli, & integerrimi, & con la sua piacevol, e benefica natura, accompagnata con gli di lui suavissimi, e dolci costumi, si conciliava l’animo di ciascuno. Aspettandosi quotidianamente l’Imperatore, che in breve doveva venire in Roma, dimorò in detta Città per alcuni giorni. In questo tempo comparvero nella curia Romana molti Le-