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Libro Decimoterzo. 365

quando ne reportassero la vittoria s’impadronirebbon del tutto, se resatassero inferiori, vorebbono provare, e tentare la seconda, e terza volta il rimanente della fortuna: quindi gli Christiani sarebbono stati sforzati à novi pericolosi disturbi, fatiche, è gravezze di guerre. Mentre frà se così dubitava, lo stimolarono alla gloria lacune certe nuove in quel punto colà gionte, cioè che mentre due fratelli frà di loro litigavano del Regno, gli popoli divisi in fattioni, escluso il maggiore, che Muleasse si chiamava, al quale per l’età il Padre havea lasciato il governo, era stato posto in possesso il minore. Quando il maggiore scacciato havesse acconsentito, non scorgeva tanta difficoltà in depore il minore, col liberare gli Christiani dalle catene, & il Mare dalle invasioni de’ Corsari. Comosso, & animato da queste raggioni Cesare, si prefisse questa guerra, unico mezzo per distruggere gli Corsari, per nettare il mare, & liberare gli poveri naviganti, e le spiaggie dalli repentini latrocinij. Si ridusse à memoria, che nell’estrema fortuna la cosa più giustata, e la più valida, è la più degna d’un animo Reggio consiste in conservare le cose proprie, & di lontano combattere per l’aliene; la dappocagine non soggiacere à pericoli, conciosiache non si conservino, ne si aumentino gli vasti Regni coll’amarcire nell’ocio, e nella dessidia. Il valore è la gloria non essersi per anco scemato, massime aggiongendosi la fama di pietà, qual non deve esser sprezata dalli più eminenti heroi del Mondo, poiche vien anche pregiata dalli stessi superi.

[Carlo, valorosissimo Imperatore.] Volgendo frà se stesso queste cose, e dolendosi grandemente, che il valor Christiano fosse in sprezzo alli Barbari, conchiuse in ogni modo andare, ramaricandosi d’haver sin à quel tempo tardato: corregerò (disse la mia longa dimora con la bravura.)

[Carlo amassa un'Esercito.] Risoluto donque d’andare à vendicar la dignità, & grandezza sprezzata delli Imperatori Romani, pose ogni cura in formare apparati militari: Onde fatte scielte, & adunati da molte parti soldati, & poste all’ordine quantità di vele per tradurre l’Esercito con le navi, & fatta buona proviggione d’altre cose necessarie per l’armata; sotto la protettione del Sommo Dio Immortale, promotore, e scorta di guerra tanto giusta, subito che conobbe il Mare prospero, e la strada aprirsi per la sua marchiata, s’imbarcò, fatto prima rigoroso editto, che gli soldati s’astenessero dall’offendere popoli Christiani, sotto pena della vita.

Havendo poi scorto tutte le navi all’ordine per spiegare le vele ai venti, dato il segno, e levate l’anchore, navigò senza verun