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360 Delle Croniche di Trento


[Ragionamento del Trentino per il Ducato di Wirtemberga.] Dimostrò essere la discordia il più velenoso contagio, che possi attacarsi ad una ben regolata Republica, internata impossibile à curarsi, & Colossi di grandissime Città haver provato da tal pestifero tosco il lor ultimo esterminio; facilmente potersi sanare non penetrato alle parti interne. L’essere combattute, e contrastati entro come fuori, si da guere civili, come estranee, si da proprij come da stranieri, necessitare tutti alle armi, facendo di mestiere quietar ogni cosa con cimenti militari, & acquistarsi la pace con la guerra, non haver eglino avanti gli occhi il grave pericolo, che soprastava. se mentre frà di loro da diversi pareri combatutti, continuate le discordie, havessero ostinatamente volsuto combatere per il Ducato di Wirtemberga. Gli Turchi, che pretendono, è combattono per impadronirsi di tutto l’Imperio, havrebbono fatto invasioni ne Regni de Christiani, e mentre così gli Christiani ne proprij stati arabbiati fomentavano discordie, si sarebbono d’ogni intorno sentite scorerie di quelle barbare genti. Che noiosa, e svantagiosa guerra vi converebbe havere? quai cimentosi travagli provare? [Il Trentino persuade con raggioni la concordia a Prencipi.] Con queste & simili raggioni placò il Trentino, (come quello, che era huomo di gran seno, pronto conforme l’occasioni à quadrati partiti, ed esperimentato universalmente al maneggio de negotij,) gli animi di quei Prencipi.

Disputò con tanta maniera, con si mirabil gratia, & con suavità così grande, che à tutti fece conoscere, & toccar con mani, che egli era in tutti gli negotij destro, & pratico nel trattare, e condure al bramato porto gl’interessi publici. Conforme la diversità de soggeti diversamente rengava, hor porgeva le parole con dolcezza senza punto alterarsi, hora empiva con voce sonora, e diffusa l’orecchie delli auditori.

Dunque sedati li sdegni, e le perturbationi, posposta l’ira, e gli rancori, si comminciò con ordine à proporre, & à consultare con tutto il spirito della concordia. Concorsero di parere doversi rimetere à quello, che havesse giudicato il Trentino, e fare quanto da esso fosse stato persuaso, la cui volontà, e parere fù da ciascuno approvata, e con grand’applauso lodata.

Fù donque compromesso, e condesceso nelle capitulationi di pace, che, per quanto comportava le contingenze del tempo, non erano inique, ne pregiudiciali. Si Stabilì, oltre gli altri particu-