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348 | Delle Croniche di Trento |
so sanguinosa battaglia, tanti oltraggi fatti alla Christiana Fede.
Il Soldano intesa la miserabil stragge della sua Cavalleria, conturbato, che tutti gli tentativi gli riuscissero alla riverscia, è mai havesse un prospero successo, senza altretanto danno, non sapeva che risolvere. Posciache vide Viena benissimo pressidiata, è munita di Fosse, Mura, e brava Militia, scorse che gli Christiani havevano fuori d’ogni pensiero quasi in un baleno formato un numeroso, e forte Esercito. Che di già l’Imperator Carlo, insieme con il Re suo fratello, di già eran con le squadre usciti in campagna, & aspirando ardenti la vittoria dimandavano la giornata. Pensava il superbo che al solo comparere della sua persona, Cesare atterito, imantente si sarebbe dato alla fuga, e ritirato ne suoi Regni di Spagna, & il fratello in Boemia: havevasi persuaso, porgli, con la di lui sol uscita in campagna in confusione, s’accorse però del contrario: & avengache gli successi molte fiate sono diversi dalle promesse, assicurosi di felici, è prosperi avenimenti, gli sortirono milla disgratie.
Conobbe convenirgli con sua vergogna, persa la Cavalleria, ritornare in Tracia, il che non sapeva se gli sarebbe stato liberamente da Christiani concesso: ne manco vedeva la ritornata sicura.
[Partita de Turchi in Ongaria.] Da queste cose averse s’accese tutto di sdegno, rassomigliava un disperato, & essendo per natura proclivo all’ira, & alla crudeltà, pensi ciascuno se doveva rappresentare un huomo furibondo, una fiera inferocita. Onde da si fatta rabbia agitato, piegò, precipitò l’animo alle rapine, & ad incrudelire in mille strane guise contra Christiani. [Valore de Christiani.] Costui havendo inteso, che di già se gli avicinava la Cavalleria Christiana, & che era nelli suoi squadroni nata notabil confusione, atterito dal glorioso nome del valor Christiano, condusse l’Esercito per la Stiria, sotto Grazz, metropoli di quella Provincia, haveva determinato d’abbattere per viaggio quel Castello, ma havendo per Spie havuto aviso, che gli Prencipi Christiani con parte dell’Esercito gli erano alle spale, trè giorni doppò che giunse, sloggiò da quei contorni. Per vendicar però la perduta Cavalleria, che per inganno (falsamente così diceva egli fù condotta al macello) ovunque passava sacheggiava gli paesi, empiva ogni cantone di ferro, di fuoco, e mortalità per ogni parte si vedevan corpi trucidati, ogni sceleraggine reputava licita, anzi sacrificio grato al lor maledetto Maumeto, furon stuprate le Vergini, vergognate le Maritate, ma-